venerdì, Aprile 19, 2024
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Il ministero dei Lavori pubblici accoglie la richiesta dell’assessorato provinciale all’Ecologia: va ripristinato l’organismo per l’esercizio della regolazione delle acque che «aveva lavorato bene» e non si capisce perché sia stato eliminato

«Il livello del Garda va abbassato e la commissione deve controllare»

Nel giugno scorso una riunione in Provincia, presenti l’assessore Pilati, i sindaci di Peschiera e Sirmione, rappresentanti delle Province di Brescia, Mantova e Trento, delle Autorità di bacino del Po, del Magistrato per il Po e del Nucleo operativo di Verona del Magistrato alle Acque di Venezia, aveva portato all’elaborazione di un testo comune finalizzato a proporre un primo passo per uscire dal caos istituzionale in cui la materia si trova. «Rispetto al 1951, anno di costruzione dello sbarramento di Salionze, le condizioni socio economiche, idrauliche ed ambientali sono cambiate tanto da richiedere oggi profondi mutamenti nei criteri di regolamentazione delle acque del lago, salvaguardando maggiormente le aspettative dei Comuni rivieraschi», precisa Pilati. «Nella nostra lettera al ministero chiedevamo di trasformare in regola operativa sancita da decreto e obbligo di osservanza da parte del gestore, il voto nr. 55 del 1965, della IV sezione del ministero dei Lavori pubblici che individua come limite massimo superiore delle acque lacustri »0,70 metri all’idrometro di Peschiera per il periodo autunnale. Chiedevamo anche un nuovo sistema gestionale dei livelli delle acque del Garda e la riattivazione, con obbligo di consultazione, della Commissione per l’esercizio della regolazione dei livelli delle acque, inspiegabilmente scomparsa e non più convocata», aggiunge l’assessore. Nella sua risposta il ministero riconosce che «la Commissione aveva proficuamente lavorato, intervenendo anche in periodi di criticità con proprie deliberazioni e in quest’ottica potrebbe essere attivata una commissione tecnica comprendente oltre ai rappresentanti delle Province interessate, quelli dei Magistrati alle Acque e del Po, dell’Autorità di Bacino del Po, dell’Ufficio di Navigazione e dei Consorzi utilizzatori delle acque derivate dal manufatto di Salionze, nonché un esperto per le macrofite». «Anzitutto devo sottolineare che mai enti storicamente in conflitto fra di loro si erano seduti attorno a un tavolo trovando un accordo attorno alla proposta di riattivare la Commissione per il rispetto dei limiti di quota delle acque gardesane. E aggiungo che finalmente è arrivata una risposta ministeriale su una questione che riguardi il nostro territorio», precisa Pilati. «L’intervento ministeriale è importante», sottolinea l’assessore, «perché restituisce al territorio locale ogni decisione in merito ai livelli delle acque e chiede che si tenga conto non solo delle questioni idrauliche legate ai bacini di irrigazione, ma anche di quelle ecologiche che riguardano in particolar modo il delicato ecosistema lacustre e i paesi rivieraschi». «In particolare è importante la sottolineatura ecologica», precisa Luigi Sansoni, laureato in biologia e funzionario del settore Acque dell’assessorato all’Ecologia, «perché la proliferazione di macrofite è legata al mantenimento costante del livello del lago attraverso la diga di Salionze, che causa un accumulo di sostanze nutrienti tali da permettere l’abnorme incremento di questa flora lacustre». «È un risultato di grande respiro che ho perseguito dall’inizio del mio mandato con la collaborazione del dottor Sansoni», aggiunge Pilati, «e il prossimo passo sarà una richiesta formale al Magistrato alle Acque di Venezia perché, aggiornato l’elenco degli enti che possono farne parte, secondo le indicazioni del Ministero, sia convocata la Commissione tecnica per l’esercizio della regolazione dei livelli delle acque. I problemi hanno cominciato ad emergere da quando questa Commissione non è più stata convocata né consultata, mentre adesso vogliamo che diventi un tavolo operativo su cui lavorare per evitare i danni del passato e ulteriori disastri». Vittorio Zambaldo

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