Il gossip serpeggia anche fra le porpore dei «Principi della Chiesa»? Può accadere, ormai il pettegolezzo è diventata professione mediatica spaziando dalla tradizionale carta stampata fino agli spazi aperti su Internet.Ora Cesare De Agostini – relatore giovedì sera nella conviviale del Rotary Club – può correre il rischio della quasi omonimia con l’onnipresente e internettaro Roberto D’Agostino ma certamente naviga in ben altre acque, ci mancherebbe.Tuttavia, mentre giovedì sera raccontava il suo «Eminenti & Eminentissimi», edito da Piemme, quale relatore alla conviviale del Rotary Club, s’insinuava nell’uditorio il brivido sottile se non del proibito, certo delle rilevazioni.De Agostini è riuscito a non togliersi mai l’abito del buon giornalista che è quando ha indossato la sopravveste dello storico o del cronista della storia. Infatti ha tenuto inchiodati per tutto il suo percorso nel quale ha isolato, attraverso campioni significativi, particolari categorie di comportamento, raffrontandole a contrasto: accumuli di denaro e povertà francescane, ostentazioni della porpora e rifiuti deliberati delle prospettive di Triregno carrierismi da nomenklatura e stupore teologici.I ritratti biografici nel volume superano il centinaio e l’autore, per approdare fino alla vetta non ha potuto sottrarsi alle esigenze della sintesi: ma anche il riconoscimento degli eletti non abbandona la riflessione sulla sostanza e presenza dell’uomo.Il presidente Guido Stuani ha poi aperto il dibattito, che si è mantenuto a livelli molto alti nei temi teologici e conciliari, anche senza rinunciare al gusto dell’aneddoto e della testimonianza personale, quando si sono affacciati i nomi dell’arcivescovo di Palermo, cardinale Ernesto Ruffini (che era di San Benedetto Po) e del cardinale Antonio Poma vescovi di Mantova, poi arcivescovo di Bologna. E poi altri nomi familiari: Sergio Denti, Franco Mambrini, Eteocle Vecchia, Luigi Longhi, Claudio Righi presbiteri entrati nelle orbite cardinalizie come preziosi satelliti.
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