venerdì, Aprile 19, 2024
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In legno del ’400, rispuntano dopo vent’anni nel palazzo comunale: l’operazione promossa dal Soroptimist

Le tavolette saranno restaurate

Rieccole. Le 200 tavolette in legno (del ’400) sono rispuntate dopo vent’anni passati in silenzio e sotto chiave. Furono trovate nell’81, durante i lavori di restauro del Palazzo comunale di Salò. Murate, nascoste da un consistente strato di intonaco, dovevano originariamente far parte di un soffitto a cassettoni, disposte sulle travi portanti. Vennero alla luce nel rifare il soffitto dell’ufficio anagrafe e dell’archivio-magazzino. L’insieme costituiva, ai tempi della Magnifica Patria, il salone di rappresentanza del Provveditore veneto. Variamente rimaneggiato, ha subìto le modifiche più pesanti dopo il terremoto del 1901. Il Palazzo fu disegnato dal Sansovino. Al piano terra c’erano i depositi del grano e delle mercanzie. Uno storico, il Gratarolo, racconta che i pilastri dei portici vennero costruiti in «quadrelli di terracotta». Poi, temendo che non potessero sostenere il peso del fabbricato, furono sostituiti da «quadroni di pietra, con arte quasi meravigliosa». Più tardi le pareti esterne furono dipinte dal bresciano Tommaso Sandrini. Nel 1905, la ricostruzione. «Abbiamo ripulito una tavoletta – disse al momento della scoperta l’assessore alla Cultura e alla Pubblica istruzione, Giuseppe Mongiello, ora presidente della Comunità del Garda -. Scoprendo una testina di donna, simile per stile e per fattura a quella della canonica del Duomo, che risale alla stessa epoca. Le figure di armigeri, cavalieri e animali sono tipiche del ‘400. Bisognerà risanare il legno, e poi fermare il pigmento del dipinto. Decideremo al più presto il da farsi. La scuola Enaip di Botticino potrebbe, ad esempio, effettuare il lavoro». Rimaste sotto chiave per vent’anni, 52 delle 200 tavolette, ricoperte da un sottile strato di calce, saranno oggetto di restauro. Le altre, unte da una densa patina di olio, no. L’operazione è stata presentata l’altra sera, in occasione del periodico incontro del Soroptimist. Le donne in carriera della sponda bresciana del lago di Garda, guidate da Afra Vezzoli Di Giovine (assente per un problema fisico) e dalla vice Alessandra Fabris Caruso, hanno accolto una delegazione di Friburgo, dalla Germania, nel salone consiliare. Dopo aver stappato lo spumante e aver degnamente festeggiato i 95 anni di Maria Cristina Samaja, è stata illustrata l’iniziativa. Erano presenti il sindaco di Salò Giampiero Cipani, l’assessore Barbara Botti e il presidente degli albergatori di Salò e Gardone Riviera, Sergio Bassetti. Il restauro, finanziato dal Soroptimist, verrà affidato ad Anna Massardi, sotto la supervisione della Soprintendenza per i beni artistici e storici di Brescia, Cremona e Mantova. «Le tavolette – spiega la Massardi – hanno un’altezza massima di 25 centimetri e una lunghezza compresa tra i 27 e i 37. Essendo tarlate, bisognerà innanzitutto effettuare una disinfezione, iniettare resine, poi stuccarle. I visi delle dame e dei guerrieri, gli stemmi, i pavoni, i rapaci, il leone di San Marco, sono tempere a uovo o latte di fico, trattati nel ‘400 con un legante, altrimenti il pigmento sarebbe sparito. Per ottenere l’acquarello, dovrò usare polveri diluite con gomma arabica. In molti casi non si vede proprio nessun volto. E allora, per ammorbidire lo strato, ricorrerò ad impacchi con carta giapponese». Gardesana di adozione, Anna Massardi, uscita dall’Enaip, ha già effettuato numerosi interventi: dagli affreschi nella Pieve di Nuvolento ai dipinti nella chiesetta di Valverde a Villanuova, dal cimitero di San Felice alla pala del Cossati (Portese) al santuario di Paitone, dalla parrocchiale di Soiano (altari, stucchi, quadri) a San Rocco di Pavone Mella. Nella sala consiliare di Verolanuova la Massardi ha portato alla luce un soffitto a cassettoni del 1500. Per il Comune di Salò ha restaurato «La magnifica patria», dipinto a olio sul muro dello scalone di ingresso, le tele di Anton Maria Mucchi e gli affreschi del 1478 nella Sala dei Provveditori. Per conto del ministero dei Beni culturali e della Regione Lombardia, sta attualmente schedando le opere d’arte dell’Oltrepo Pavese: castelli, palazzi, chiese. Fa parte della Commissione tecnico scientifica della scuola di restauro di Piacenza.

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