venerdì, Aprile 26, 2024
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Il nodo-sanità. Gavardo o Roè? Stasera assemblea dei sindaci in Comunità montana. Elena, Festa e Bonincontri già alleati con i valsabbini

Ospedali, resa dei conti sul lago

Questa sera Bruno Faustini, presidente della Comunità montana Parco dell’alto Garda bresciano, cercherà consensi attorno alla mozione di indirizzo che lui stesso aveva proposto la settimana scorsa alla conferenza dei sindaci altogardesani. E’ probabile che non abbia vita facile, visto che tre primi cittadini su nove (Paolo Elena di Toscolano Maderno, Marcello Festa di Gargnano e Manlio Bonincontri di Tignale) hanno già sottoscritto il protocollo d’intesa proposto da Mauro Borelli, Direttore dell’Azienda Ospedaliera di Desenzano. Una proposta, quella di Borelli, che in precedenza aveva già ottenuto l’avallo dei comuni e della Comunità montana della Valle Sabbia. Oltretutto, nell’incontro che si è tenuto venerdì scorso a Limone, mentre a Gargnano si svolgeva, contemporaneamente, l’assemblea della Comunità montana Parco dell’alto Garda, altri comuni (Limone e Magasa) si erano espressi a favore della «proposta Borelli», senza però sottoscriverla. Concordi con la «mozione Faustini» potrebbero schierarsi, a questo punto, Giampiero Cipani di Salò, Diego Ardigò di Tremosine e Angelo Andreoli di Valvestino. Le posizioni ufficiali emergeranno, comunque, questa sera, ma sul fatto che – sull’argomento-sanità – sia in atto sull’alto Garda una spaccatura tra molti comuni e la Comunità montana non c’è più alcun dubbio. A partire da Gardone Riviera che, con Alessandro Bazzani, ha dichiarato per iscritto la propria disponibilità a sottoscrivere il protocollo dell’Azienda Ospedaliera di Desenzano «a condizione che, nel definire l’offerta sanitaria di tipo riabilitativo, resti confermata a Fasano, previo accordo con gli Spedali Civili, la riabilitazione cardiologia e non solo». Quanto alla mozione proposta da Faustini, vengono evidenziati i «limiti funzionali dei presidi ospedalieri di Salò e Gavardo, a causa della vetustà degli immobili ed anche in conseguenza della loro collocazione all’interno dei centri abitati con limitate possibilità di sviluppo», aggiunti alla constatazione che il bacino di utenza raccoglie oltre 110 mila persone, che aumentano in estate. Senza contare che il territorio compreso nella comunità montane di Garda e Valle Sabbia è tra quelli «con minori servizi e con presidi ospedalieri vetusti e lontani dai comuni montani». Quanto alla proposta di costruire un nuovo ospedale a Roè, «si condivide la scelta fatta dalla Regione Lombardia e si invita la stessa a valutare le perplessità del Direttore dell’Azienda Ospedaliera». Ma, qualora la Regione ritenga che l’obiettivo di un nuovo ospedale non sia raggiungibile, «si ritiene necessario non disperdere le risorse assegnate e si indica la necessità di provvedere alla ristrutturazione dei due presidi ospedalieri di Salò e di Gavardo ed al potenziamento del presidio di Gargnano e di Nozza». Nella mozione si ritiene «necessario anche un potenziamento strutturale e un rilancio del presidio ospedaliero di Fasano». Conclusione: «Qualunque scelta venga effettuata, i presidi ospedalieri di Salò e Gavardo andranno mantenuti in piena efficienza funzionale sino al concretizzarsi della nuova soluzione: in particolare deve essere immediatamente potenziato il Pronto soccorso di Gavardo e costituito un efficiente reparto di rianimazione».

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