giovedì, Marzo 28, 2024
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Il Papa incoraggia l’uso della lingua ecclesiastica tradizionale, ma sulla facciata della parrocchiale c’è un «svista» evidente

Otto lettere e sette errori nel latino sulla chiesa

Papa Ratzinger, si sa, non disprezza che si adoperi, nell’uso ecclesiastico, il latino. Quest’estate Benedetto XVI ha li-beralizzato l’uso del messale romano anteriore alla riforma liturgica, firmando il «Summarum Pontificum». Il problema, semmai, è che il latino non è più lingua così viva. Neanche fra i preti e nelle chiese. E a guardar bene, almeno a quanto pare, neppure, letteralmente, «sulle» chiese.Ora, non è questione di esserelatinisti di vaglia; il rischio di prendere un abbaglio è sempre dietro l’angolo, ma per esempio sulla facciata della pieve di Garda qualcosa che appare bisticciare con la lingua latina sembra di vedere che c’è. Vi si nota, infatti, in alto, dipinta, questa scritta: «DOM AC. BMV». La ridipintura è abbastanza recente, roba dell’ultima rinfrescata: non risale insomma ai tempi in cui il latino era masticato con frequenza nei luoghi di culto.Ma quell’epigrafe sembra non quadrare. In primo luogo quella «AC.» scritta col punto. «Ac» è una congiunzione: in italiano sarebbe semplicementre «e», oppure «inoltre». Ha lo stesso valore di «atque», solo che «ac» si usa davanti alle consonanti, e BMV comincia, appunto, con una consonante. Non ha senso metterci dietro un punto. Non è fine di frase, non è abbreviazione: è semplicemente un raccordo fra il DOM e il BMV.Ora, sorge il problema di cosa significhino quelle due paroline, che sembrano delle sigle. Ebbene: DOM è l’abbreviazione di Deo Optimo Maximo. È una dedica. Il modo latino è il dativo. Significa letteralmente «al Dio ottimo e massimo», e più discorsivamente si potrebbe tradurre «a Dio, il più buono, il più grande».Già, ma se è un’abbreviazione, allora servirebbero i puntolini, e dunque dovrebbe essere scritto D.O.M., e non già DOM. Insomma, si è messo il punto dove non ci andava e ne mancano tre dove invece ci sarebbero dovuti essere.Adesso resta da svelare cosa voglia dire il BMV. Ed è ancora latino. Ed è pure un’abbreviazione: sta per «Beatae Mariae Virgini». Il caso latino è sempre il dativo: significa «alla Beata Vergine Maria». Altra dedica, pertanto. Ed anche in quessto caso sarebbero previsti i punti: B.M.V., invece del BMV che appare invece nella scritta. Dunque, l’intitolazione della chiesa suona così: «Al Dio Ottimo Massimo e alla Beata Maria Vergine». Solamente che c’è il punto dove non ci va e mancano invece dove ci andrebbero.Meglio precisare: non si tratta di essere latinisti di chiara fama; e quelle che appaiono nelle scritte sono, forse, solo condiderazione dettate da incerte reminiscenze dei tempi del liceo. Ma se così fosse, la pieve di Garda rischierebbe di detenere un record, poco invidiabile, tutto sommato: due righe di testo, otto lettere in tutto, sette errori. Ah, questo vecchio latinorum!

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