sabato, Aprile 27, 2024
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Se vince il tunnel corto

Per 18 mesi i Tir deviati sulla discesa di Torbole

Dalle pieghe della discussione seguita l’altra sera agli interventi dei tecnici sulle soluzioni in ballo per il collegamento Busa-asta dell’Adige, è uscito un dettaglio niente affatto trascurabile: nel caso venga adottato il tunnel breve, la Maza dovrà rimanere chiusa al traffico per un periodo calcolato intorno ai 18 mesi. Questo per varie ragioni: per lo scavo in roccia dei circa 1500 metri dalla discarica della Maza fino al Pandino, per costruire le due rotatorie, per allargare fino ai 10,50 metri complessivi previsti per il nuovo collegamento i circa 1000 metri fra la discarica ed il tornante a monte di Vignole che immetterà sulla discesa verso la base della discarica (che la provincia sta cominciando ad allargare, imponendo così una correzione del tracciato adottato per la valutazione di impatto ambientale). Tutte ottime ragioni che però prospettano un’alternativa paurosa: la discesa di tutto il traffico diretto nella Busa dalla «pontera» di Nago su Torbole. E cioè lungo quella discesa vietata al traffico pesante dopo i numerosi incidenti (anche moprtali) che si sono verificati perchè i freni eccessivamente sollecitati avevano smesso di fare il loro dovere. D’altro canto alternative non ce ne sono: a meno di non pensare di far scorrere il traffico pesante sulla Sarche-Trento. E sono centinaia i tir che quotidianamente collegano la Busa col resto del mondo. Altre due osservazioni, ancora a sostegno del tunnel lungo: aumentando, com’è tecnicamente ammissibile, la pendenza della doppia canna, è possibile rosicchiare sui 3,2 chilometri di tunnel, i 70 metri di quota che nella soluzione studiata a Trento costringono ad aggiungere il viadotto ed il rilevato, ossia le opere paesaggisticamente più devastanti: si può uscire alla quota della campagna per puntare ad ovest, verso il nuovo ponte sul Sarca. Infine appare assurdo che il presidente Dellai e l’assessore Grisenti a Riva, davanti al consiglio comunale, affermino che «non è questione di soldi» quando poi l’elemento davvero determinante ad orientare la scelta verso il tunnel corto si rivela proprio la differenza di costi: 108 miliardi del corto contro i 199 del lungo.

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