venerdì, Aprile 26, 2024
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Il progetto: volontari e vigili in ogni paese, come in Trentino. L’esperienza dei dieci comuni del basso lago consorziati per le emergenze fa scuola a livello nazionale

Protezione civile, modello Garda

Integrazione tra Vigili del fuoco e volontari? E’ l’unica strada da percorrere per migliorare e potenziare il sistema di protezione civile sul territorio. Soprattutto nella nostra provincia, che deve fare i conti con numerose situazioni di dissesto idrogeologico. Insomma, una clonazione del sistema di protezione esistente nel Trentino Alto Adige, dove quasi ogni Comune può contare sul «suo» gruppo di vigili del fuoco volontari. Da Sirmione, dove tre anni fa è nata la prima esperienza in Italia di aggregazione intercomunale di protezione civile, viene lanciato questo messaggio dai massimi vertici degli organi di difesa del territorio, incluse associazioni come i Volontari del Garda, la Croce Rossa e tanti altre, riuniti in un convegno nazionale sul tema «L’ente locale verso un sistema di sicurezza integrato», promosso dal Servizio Intercomunale «Garda Emergenza» con il patrocinio della Presidenza del Consiglio, dell’Anci e del Comune di Sirmione. Sembra siano trascorsi anni-luce da quando non erano infrequenti le competizioni, le invidie e le gelosie tra corpo nazionale dei Vigili del fuoco e i volontari. Queste tensioni nei rapporti tra organizzazioni di soccorso sembra siano state seppellite. Anche se, come ha osservato nel suo intervento Patrizia Cologgi (coordinatrice del servizio di volontariato in seno al Dipartimento della Protezione civile), «certe reticenze e incomprensioni devono essere superate da parte dell’amministrazione pubblica; oggi il volontariato deve coesistere con il sistema pubblico e avere i connotati della protezione civile. I problemi ancora irrisolti sono di tipo culturale…». Nel Palazzo dei Congressi, dove si è tenuto il seminario proseguito, nel pomeriggio, con una tavola rotonda tra tecnici del campo dell’emergenza e del soccorso, sono intervenuti, via via, numerosi relatori. Cino Anelli, presidente del Comitato di gestione del servizio intercomunale gardesano (oggi forte di dieci Comuni, l’ultimo entrato è Montichiari), ha ricordato «l’ottimo lavoro svolto in questi primi tre anni dagli uomini del servizio impegnati ripetutamente in alluvioni extraregionali e nei nubifragi che hanno colpito le nostre zone». Ancora Anelli ha rilevato come «il nostro modello sia misto, cioè integrato tra Vigili del fuoco e associazioni di volontariato, primo esempio in Italia». Un «matrimonio» che, secondo Silvia Bernardini, in rappresentanza dell’Anci, non solo deve consolidarsi ma il suo esempio «deve essere esportato altrove, a dimostrazione che è possibile, se non indispensabile, che i Comuni uniscano i loro sforzi per raggiungere l’obiettivo della difesa dell’ambiente e dei cittadini». Sirmione docet, quindi? «Non posso che esprimere il plauso a questa iniziativa – ha infatti detto Giancarlo Di Vincenzo, che ha portato i saluti del Prefetto di Brescia, Anna Maria Cancellieri – la collaborazione tra enti pubblici e volontari è certamente significativa: la nostra provincia ha un territorio in alcuni punti a rischio idrogeologico, quindi una maggiore rete di protezione civile è sicuramente utile». Tra i presenti al convegno, i sindaci di Sirmione e di alcuni Comuni gardesani, quindi il comandante provinciale dei Vigili del fuovo di Brescia, Luigi Biscardi, Gino Gronchi, presidente nazionale dell’Associazione vigili volontari e Fabrizio Cola, responsabile dei rapporti con le autonomie locali del Dipartimento di Protezione Civile. Tutti d’accordo, dunque, sull’esigenza di gettare le basi per una più stretta integrazione tra i vari segmenti di soccorso e di protezione civile oggi esistenti in Italia e per ricercare quell’intesa, da più parti auspicata, che dovrebbe rivoluzionare, imitando il modello trentino (senza quindi scomodare il solito Paese europeo), il modo di concepire il soccorso in Italia.

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