sabato, Aprile 27, 2024
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Approvato il Piano della Comunità montana che intende dare concretezza ai progetti economici per il pieno decollo del Parco

Rilanciare l’Alto Garda con l’agricoltura biologica certificata

Ripristino e conservazione degli elementi naturali del paesaggio agricolo, aumento della biodiversità e incentivazione del biologico, diffusione dell’assistenza tecnica in azienda per garantire la corretta esecuzione delle pratiche agronomiche. Sono in sostanza queste le finalità del «Progetto speciale agricoltura 2002-2004» approvato in questi giorni dal Consiglio direttivo della Comunità montana Parco Alto Garda bresciano. Il progetto segna una svolta nella filosofia delle iniziative di sostegno all’attività agricola, sino ad ora sostanzialmente finalizzate al miglioramento delle produzioni. Oggi tale impostazione non è più sufficiente, soprattutto in un’area tutelata come il Parco, dove gli aspetti legati al mantenimento dei valori culturali e tradizionali e gli aspetti paesaggistico ambientali rivestono un peso sempre maggiore. L’obiettivo vero del progetto diventa dunque quello di certificare non solo i prodotti, bensì l’intera area, facendo del Parco altogardesano una vera e propria risorsa integrativa, il valore aggiunto dell’economia locale. La diffusione di pratiche agricole “sostenibili” dovrà insomma diventare una delle premesse necessarie in vista dell’attivazione di un percorso di “certificazione ambientale”, posto come obiettivo generale qualificante. «Nell’impostare il programma di intervento per il prossimo triennio – ha spiegato l’assessore all’Agricoltura Giampiero Zanetti – è stata privilegiata l’opportunità di promuovere convenzioni o contratti con gli agricoltori finalizzati alla manutenzione di alcuni manufatti tradizionali fondamentali per il mantenimento del territorio, al recupero di determinate colture e pratiche agricole tradizionali, al sostegno di progetti pilota». Per quanto riguarda il rilancio delle colture tradizionali, dopo le azioni volte al recupero dei castagneti e degli oliveti attuate nel 2002, quest’anno si punterà al sostegno delle antiche coltivazioni del melo e del pero, un tempo molto diffuse nei territori dell’Alto Garda, soprattutto nelle zone interne di Tignale e Tremosine. L’intervento si incentrerà su un lavoro preliminare di individuazione delle vecchie varietà di mele e pere tradizionalmente presenti sul territorio ed un’attività di riproduzione del materiale vegetativo ritenuto interessante. Il primo obiettivo sarà quello di procedere all’impianto di almeno 150 piante. Dalla Comunità montana giungeranno inoltre sostegni per il recupero e la manutenzione dei “muretti a secco”, uno degli elementi paesaggistici tipici del territorio agricolo altogardesano. La loro manutenzione risulta fondamentale non certo per fini produttivi ma per il mantenimento di un tratto caratteristico del paesaggio locale. Continueranno inoltre le iniziative di sostegno e consulenza tecnica per gli agricoltori intenzionati a passare al metodo biologico. Sono previsti aiuti anche per le attività zootecniche tradizionali: saranno erogati contributi a quegli allevatori che praticando l’alpeggio trasformino direttamente il latte a quote altimetriche superiori ai 1.000 metri. Partiranno anche progetti pilota, nella fascia interna del Parco, riguardanti la costituzione di aziende di allevamento condotte con metodi biologici. Il finanziamento del Piano triennale prevede per la prima annualità una spesa di 50mila euro.

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