venerdì, Aprile 19, 2024
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Chi governa il lago. La Comunità denuncia il naufragio dell’autorità unica interregionale. Mongiello: «Servono risorse e maggiore chiarezza»

Salta la cabina di regia

L’autorità interregionale del Garda? Era una bella idea, ma ha fatto naufragio. Il sistema di coordinamento tra la Regione Veneto, la Lombardia e la Provincia autonoma di Trento, ideato un paio di decenni fa dalla Comunità del Garda, doveva occuparsi delle più importanti tematiche gardesane. Oggi è lo stesso organismo comunitario a rilevare, implicitamente, il fallimento di quell’idea. Nel corso della sua recente assemblea generale, svoltasi a Garda, la Comunità ha infatti pulito il proprio bilancio da quelle previsioni di entrata che nel tempo erano risultate più virtuali che reali, prime fra tutte le quote associative a sostegno dell’autorità interregionale. Insomma: gli enti sovralocali avevano sottoscritto il progetto, ma poi non l’hanno sostenuto coi quattrini necessari. E allora? «E allora», dice Pino Mongiello, bresciano, presidente della Comunità del Garda, «registrare questo fenomeno significa sottolineare l’urgenza di trovare soluzioni che favoriscano politiche e normative comuni per il Garda. È necessaria una politica gardesana che, senza mortificare le iniziative locali, comunali, territoriali, provinciali, ricerchi i fili dell’unità da tessere tutti insieme». Già, ma che cosa può fare la Comunità del Garda se non ha poteri concreti e soprattutto non ha finanziamenti? Le quote versate dai comuni rivieraschi bastano appena a far funzionare gli uffici. «Le tematiche sulle quali la Comunità sta dedicando, per statuto, le proprie attenzioni», chiarisce il presidente Mongiello, «riguardano l’ambiente, la sicurezza, il turismo, la cultura. Soprattutto, però, in questi anni la Comunità si è posta un interrogativo di fondo: quale credibilità può vantare quest’ente se non acquisisce autorevolezza, cioè se non le viene attribuita una definita autorità di riferimento istituzionale? Sino ad ora, in un contesto di entrate minimali, in Comunità ci siamo trovati ad operare soprattutto lungo la strada dei progetti straordinari. Cercando cioè finanziamenti mirati, acquisiti di volta in volta da entità pubbliche o private». «Si pensi ad esempio», continua il presidente, «a Sommerservice, un appuntamento stabile per il turismo di lingua tedesca, grazie all’intesa raggiunta tra Comunità, Enit, Regione Lombardia, Veneto e Provincia autonoma di Trento. Si pensi alla Guardia costiera, unico servizio in acque interne nazionali, in stretto coordinamento con il 118 e con la Croce rossa italiana. Entrambi questi servizi godono del determinante contributo degli enti pubblici regionali e ministeriali. Altri progetti sono in cantiere, soprattutto di carattere editoriale, a supporto di un turismo di nicchia, con la partecipazione pubblico-privata». Insomma: la necessità aguzza l’ingegno. Ma per il futuro quale può essere il ruolo della Comunità del Garda? «Ecco», ha ribadito Mongiello nel corso dei lavori assembleari di Garda, «questo è il tema di fondo. Siano gli Enti associati a riflettere e a formulare le loro proposte. In autunno faremo il punto e per ripartire senza equivoci e tentennamenti, indicando funzioni, competenze, risorse. Vogliamo una Comunità più autorevole ed efficiente».

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