sabato, Aprile 27, 2024
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Mi attengo a quanto mi hanno comunicato gli uffici legali del Comune, una volta esaminata la relazione del professor Giovanni Alberti

Sironi e l’aeroporto Catullo

Mi attengo a quanto mi hanno comunicato gli uffici legali del Comune, una volta esaminata la relazione del professor Giovanni Alberti: se non ne tenevo conto, avrei potuto rispondere di colpa grave, danno erariale e forse anche di falso ideologico. Io non ho voglia di finire in prigione…», dice il sindaco Michela Sironi a chi le chiede come mai l’assessore Luca Darbi abbia espresso voto contrario al bilancio dell’Aeroporto Catullo di Villafranca, del quale è socio anche il Comune. Unico tra tutti i soci a votare così, quando i due stessi rappresentanti del Comune in seno al Consiglio d’amministrazione avevano votato a favore.Un caso, questo, che sta provocando un terremoto del quale non si conosce ne il momento in cui finiranno le scosse, ne l’entità dei danni finali.Un colpo a sorpresa, quello di Darbi-Sironi. Anzi, stando alle parole del dimissionario presidente del Catullo, Massimo Ferro, “una pugnalata alle spalle”. Né pare aver apprezzato la lettera inviatagli dal sindaco a “misfatto” compiuto: un apprezzamento dell’attività svolta «nonostante recentemente siano affiorati diversi punti di vista su specifiche questioni», con un augurio finale di buona riuscita dei suoi progetti futuri (Ferro è presidente della Camera di Commercio) «lontana da quei “culturisti” dell’adulazione da cui occorre guardarsi attentamente». Intanto Ferro, che qualcosa di gestione aeroportuale ne sa, ha deciso di far parlare i suoi avvocati, ipotizzando querele per calunnia e diffamazione.Il cambio di guardia al Catullo, quindi, è passato in secondo piano, con la nomina di Femando Sanson alla presidenza. L’assessore Darbi ricorda che «il Comune aveva chiesto tempo» per valutare meglio la documentazione fornita e le richieste di approfondimento avanzate dal professor Alberti sul bilancio. «Aver deciso in ogni caso di votare – sostiene Darbi – è stata una forzatura nei confronti di un socio che avvertiva la necessita di salvaguardare l’interesse di Verona», soprattutto per quanto riguarda lo scorporo dello scalo di Montichiari dal Catullo, e i timori che gli attuali soci perdano influenza sull’aeroporto bresciano dopo averlo fatto “decollare”. Chiude il sindaco, a chi adombra altre finalità nel voto contrario di Darbi al bilancio del Catullo (nei giorni precedenti si parlava di un Darbi candidato alla presidenza che poi è toccata a Sanson): «Insinuazioni prive di senso. Guai a sovrapporre i rapporti personali a quelli istituzionali. Si tornerebbe alla prima Repubblica… E io ho il dovere di tutelare gli interessi del Comune».Dentro il suo stesso partito. Forza Italia, non tutti (anzi) hanno digerito l’imprevista mossa. L’on. Pieralfonso Fratta Pasini si augura «che vi siano stati validi argomenti a sostenere quanto è successo»; il segretario provinciale uscente Giancarlo Conta ipotizza pure il “licenziamento” di Darbi, e chiede spiegazioni al sindaco. Che a sua volta replica: «Darò tutte le spiegazioni che mi saranno richieste, comunque le deleghe le dò e le ritiro io.Drastico l’on. Aventino Frau, da tempo freddissimo con il sindaco: «E il vuoto della politica, frutto della totale mancanza di discussione su qualsiasi cosa importante riguardi Verona. Quando mai si è discusso non dico del Catullo, ma pure del Quadrante, del Piano regolatore, dell’Agsm, del ruolo delle banche?». Innervosito pure il segretario provinciale di An, Alberto Giorgetti, che parla di «posizione personale e irrazionale», chiedendo un immediato vertice di maggioranza: «Troppe fibrillazioni, in questo periodo».Sarà pur vero che le questioni personali non si devono sovrapporre a quelle istituzionali, ma è anche vero che le istituzioni sono rappresentate da persone. Le tre principali istituzioni veronesi sono il Comune, la Camera di Commercio (guidata da Ferro) e la Provincia (presieduta da Aleardo Merlin, molto più vicino alle posizioni di Ferro che della Sironi): diversi enti economici sono di proprietà proprio di queste tre istituzioni. Ed infine che da una guerra tra i tre vertici, la città non ha nulla da guadagnare.

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