sabato, Aprile 27, 2024
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Il rinnovato impianto ittiogenico diventerà laboratorio sperimentale per le specie lacustri. Verranno allevati avannotti di trote, lucci, cavedani e carpioni

Un nido per i pesci di lago

Dopo l’inaugurazione, avvenuta poche settimane fa, ora il rinnovato impianto ittiogenico sperimentale di Bardolino, meglio conosciuto come incubatoio di Bardolino, sta cominciando a funzionare a pieno regime. L’intervento ha, tra le altre cose, reso possibile il recupero di una serie di locali da adibire a laboratorio, ad ufficio di vigilanza provinciale locale, a studio e ad aula didattica multifunzionale. Vi sono quindi tutti gli elementi necessari a far sì che diventi un importante punto di riferimento per le ricerche sull’ittiofauna, sulla pesca e, più in generale, sull’intero ambiente gardesano. Naturalmente gli esperti della Provincia e i pescatori guardano con particolare interesse soprattutto all’attività ittiogenica e sperimentale. «L’intento», spiega l’ittiologo della Provincia, Ivano Confortini, « è quello di fornire un contributo alla riproduzione naturale delle specie ittiche del lago di Garda. Le limitate dimensioni dell’impianto ci hanno indotto, in fase progettuale, verso una produzione rivolta all’avannotto (larve a sacco vitellino parzialmente riassorbito) e, limitatamente, al novellame di taglia massima tra i sei e i nove centimentri». D’altra parte, prosegue Novellini, «le disposizioni impartite a livello statale e comunitario in merito ai periodi di funzionamento degli incubatori, impongono un periodo di chiusura con conseguente necessità quindi di provvedere alla semina in ambiente naturale del materiale ittico prodotto». Per ovviare al limite di produttività, è previsto un utilizzo dell’impianto anche, e in gran parte, nei confronti della sperimentazione di nuove tecniche di allevamento verso il carpione e la trota lacustre, specie il cui recupero è stato giudicato prioritario. A questo proposito è stato recentemente approvato un protocollo d’intesa con le province di Trento e Brescia per il recupero della popolazione di trota lacustre, accordo che ha già portato alla produzione complessiva di circa 10.000 avannotti di questa specie, successivamente liberati negli affluenti del lago di Garda. Parallelamente, è stata ufficializzata una collaborazione con l’Istituto agrario di San Michele all’Adige per la riproduzione artificiale e accrescimento in piscicoltura del carpione, prezioso endemismo del lago di Garda. In ordine di priorità, verranno allevate carpioni, trote lacustri, lavarelli, lucci, pesci persico, ciprinidi vari (cavedano, tinca, alborella). In sintesi l’impianto di Bardolino si stima che potrà fornire annualmente 15.000.000 di avannotti di lavarello a sacco vitellino parzialmente riassorbito, 700.000 avannotti di luccio a sacco vitellino parzialmente riassorbito (numero massimo difficilmente raggiungibile a causa della difficoltà di approvvigionamento di uova fecondate), 80.000.000 avannotti di ciprinidi, quali tinca, carpa, cavedano, 600.000 avannotti di salmonidi (trota, carpione), 70.000 giovani salmonidi di quattro o sei centimetri, 50.000 lavarelli della stessa misura, 50.000 pesci persico di tre-quattro centimetri, 20.000 lucci della medesima misura, 10.000 trote, carpioni, lavarelli, ciprinidi di otto-nove centimetri. «Tenuto conto», ha rilevato Confortini, «che alcune produzioni avvengono nello stesso periodo e pertanto le vasche risultano già occupate e che per alcune specie risulta molto difficoltoso l’allevamento in batteria, si è ritenuto opportuno finalizzare l’intera attività ittiogenica verso le produzioni di 14.000.000 di avannotti di lavarello a sacco vitellino parzialmente riassorbito (tra dicembre e marzo), di 500.000 avannotti di luccio a sacco vitellino parzialmente riassorbito (tra febbraio e aprile), di 30.000 giovani salmonidi (trota lacustre, carpione) di 4-6 centimetri (tra dicembre e ottobre), di 20.000 lavarelli di 4-6 centimetri (tra dicembre e ottobre), di 20.000 pesci persico di 3-4 centimetri (tra aprile e giugno) e di 5.000 lucci di 2-3 centimetri (tra febbraio e aprile)». È prevista altresì una limitata produzione (circa 20.000 individui) di giovani cavedani: una specie questa in contrazione, pur essendo stata in passato particolarmente abbondante nelle acque del lago. «Esemplari di ogni taglia di carpione e trota lacustre», ha aggiunto Confortini, «potranno essere trattenuti nell’impianto per tutto l’anno con lo scopo di essere utilizzati quali riproduttori per la fecondazione artificiale. L’obiettivo dovrà essere infatti quello di creare uno stock di esemplari in cattività, da adibire alla riproduzione artificiale, così da evitare la dispendiosa e spesso dannosa cattura di individui durante il periodo della frega». All’approvvigionamento delle uova di trota lacustre e carpione provvederanno i pescatori professionisti locali dell’alto e basso lago. Verrà inoltre chiesta la collaborazione con la vicina provincia di Trento, per il recupero dei riproduttori di trota lacustre dal fiume Sarca o dal vicino lago di Ledro. Eugenio Cipriani Gli impianti dell’incubatoio di Bardolino dove si nota una delle vasche per l’allevamento degli avannotti dei pesci di lago. La struttura è stata inaugurata di recente e sta per diventare un importante punto di riferimento per studiosi e pescatori. Per l’ittiologo della Provincia Ivano Confortini, l’incubatoio fornirà un contributo alla riproduzione naturale delle specie ittiche del lago di Garda. Tra le specie a rischio estinzione che verranno allevate ci sono il carpione, la trota lacustre, il lavarello, il luccio, il pesce persico, il cavedano, la tinca e l’alborella.

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