venerdì, Aprile 19, 2024
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L’americano World monument fund mette l’opera trecentesca di Borghetto tra i monumenti in pericolo

Usa: «Salvate il ponte visconteo»

C’è anche il ponte visconteo nella lista dei 100 monumenti da salvare a livello mondiale perché in grave pericolo. A segnalarlo è il World monuments fund (Wmf), istituzione privata americana che ogni due anni produce una lista dei monumenti a rischio per incuria, guerre, sviluppo urbano ed industriale incontrollato e- questa è la prima volta-, per il cambiamento del clima a livello globale. Nell’ultimo rapporto, quello del 6 giugno, oltre al ponte visconteo il Wmf individua a livello italiano il Ninfeo Farnese sul colle Palatino a Roma, che rischia di sgretolarsi per le infiltrazioni d’acqua, il paesaggio pastorale della transumanza in Molise e la fortezza di Fenestrelle in provincia di Torino.Progettato dal fiorentino Domenico di Benintendi su commissione di Giangaleazzo Visconti, il ponte visconteo, completato nel 1393, voleva essere inizialmente un ponte-diga che deviasse le acque del Mincio dal loro corso naturale verso la pianura veronese, con lo scopo presunto di togliere l’acqua a Mantova. Probabilmente per la morte di Gian Galeazzo Visconti (nel 1402) l’idea non venne portata a compimento. «La lista 2008 mostra con chiarezza che l’attività umana è diventata la più grande minaccia al patrimonio culturale mondiale», ha detto Bonnie Burnham, la presidente del Fondo, « e gli effetti distruttivi del cambiamento climetico sono evidenti a tutto campo».Soddisfatti i primi commenti dell’Amministrazione comunale e degli operatori turistici e commerciali. «La notizia non ci coglie impreparati», dichiara il sindaco, Albino Pezzini, «ma è il frutto di un’azione che stiamo intraprendendo e che ha il suo punto di partenza nel tentativo di far diventare il ponte visconteo e l’intera Borghetto, patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Questo anche grazie all’accordo quadro con l’Università di Nova Gorica che, in collaborazione con l’Istituto universitario di architettura di Venezia, l’Università di Udine e quella di Napoli, sta sviluppando programmi di ricerca su problematiche connesse al recupero e alla gestione del patrimonio architettonico e ambientale».Per Gianni Veronesi, assessore alla cultura e segretario dell’Associazione ristoratori che proprio sul ponte visconteo organizza la manifestazione del “Nodo d’amore” con più di 4000 persone a tavola, dedicata al tortellino re della gastronomia locale (è in programma per martedì 19 giugno), «la notizia ci inorgoglisce perché conferma che stiamo lavorando in un ambiente unico e irripetibile. Questo è anche uno stimolo ad operare in direzione del restauro di questa struttura che in molti c’invidiano».Da Andrea Tosoni, presidente della Pro loco, arriva l’invito a fare presto: «Il ponte è allo stremo e, di anno in anno, lo si nota sempre più. Ben venga quindi un’organizzazione internazionale che riconosca quanto ha bisogno di interventi di restauro. Questa prospettiva ci spinge ancor di più a pensare un utilizzo diverso del ponte, finalmente sgravato dall’essere ridotto a mero parcheggio, come si cerca di fare con l’attivazione di bus navetta dal capoluogo ed il divieto di sosta su un lato, in attesa che arrivi un ponte nuovo che consenta la chiusura al traffico».

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