L’amarezza di Piscioli

«Gli incidenti sul lavoro non destano più sorpresa, rientrano nella norma. Sono in continuo, orribile aumento nell’indifferenza di molti. È vero, ogni tanto c’è il convegno rituale dei sindacati confederali, magari un’ora di sciopero all’ultimo turno di venerdì, di cui non si ha neppure il coraggio di comunicare l’adesione. Il patteggiamento consente al padrone di pagare la vita spezzata del lavoratore con i soldi dello sfruttamento dei suoi compagni.L’operaio è sempre più solo di fronte al rischio continuo del lavoro. Ormai ogni azienda può diventare pericolo per la salute di chi nel lavoro dovrebbe trovare il mezzo per una vita degna di tale nome. Fabbriche e imprese fino a ieri esenti da infortuni vengono coinvolte in un infernale giro di aumentata produttività, ossia della flessibilità. È un termine piacevole, ma che indica il profitto al di sorpa della dogità umana. I ritmi aumentano continuamente, difficile osservare le precauzioni e le normative per non perdere il premio di produttività o, nel caso di contratti a termine (ormai il 95%) il posto di lavoro. I sindacati si indignano, si sdegnano, si stracciano le vesti e poi si adeguano. La flessibilità domina con la concertazione padrone- sindacato e la dignità umana muore.»