mercoledì, Novembre 13, 2024
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I danni del terremoto alla Madonna del Carmine. Il restauro è da rifare dopo le lesioni del sisma

Allarme per il Santuario

Crepe, lesioni, fessure, e persino una rotazione di 40 centimetri dell’edificio sul proprio asse, tanto che il lavoro svolto dai restauratori negli scorsi anni è andato in gran parte perduto: tutto da rifare a causa del sisma del 24 novembre. E’ questa la sconfortante situazione in cui versa il prezioso santuario della Madonna del Carmine di san Felice, dove si è tenuto sere fa un cincontro roganizzato dal Lions’ Club Valtenesi, presieduto da Lucio Vezzola. L’incontro culturale sull’arte in Valtenesi e sulle conseguenze del terremoto si è svolto proprio nella navata del Santuario. Il tema è stato il restauro nelle molteplici sfaccettature: studio del sito, valutazione delle condizioni dell’opera, esami dei materiali originali, analisi stratigrafiche, termografiche e chimiche, stato dei pigmenti e per i supporti e quant’altro è necessario conoscere per tentare di salvare un’opera d’arte irripetibile. Il professor Gian Carlo Quaglia è stato maestro nel rendere accessibile a tutti la comprensione teorica del come si opera, a livello di alta professionalità, per realizzare un completo restauro in situazioni di questo tipo. Il professor Quaglia, anche alla presenza preoccupata di padre Santino, ha evidenziato con la matita laser tutte le fessurazioni, lesioni e crettature che il terremoto ha lasciato sulla struttura del Santuario, specie sull’abside e sul campanile, aggiungendo che la gran parte del lavoro di restauro realizzato in questi ultimi anni all’interno del Santuario, per colpa del terremoto, è andata perduta. Purtroppo si dovrà riprendere da zero e i costi si preannunciano ingenti. Un altro iinteressante contributo è stato offerto dall’assistente del professor Quaglia, che ha illustrato con grafici, planimetrie e proiezioni tridimensionali come si sviluppa e come si trasmette un terremoto, e soprattutto come agisce sugli immobili in generale e nella fattispecie sul Santuario. E’ emerso fra l’altro che, per effetto della scossa, l’edificio sacro abbia girato su se stesso in senso orario, con uno spostamento nell’ordine di 30-40 centimetri. Questo aspetto della serata ha preso spazio anche durante il convivio che è seguito all’osteria del lago di Manerba. Le domande dei presenti sono state molte, interessate e preoccupate. Ma soprattutto cariche di auspici affinchè di terremoti non si debba più parlare per almeno un altro secolo.

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