venerdì, Ottobre 11, 2024
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Elio Proch doopo due mandati lascia la presidenza (per statuto) e una solidissima eredità

Avis: in 4 anni donazioni raddoppiate

L’Avis di Arco rinnova il proprio direttivo. Sabato 23 febbraio, nel salone delle feste del casinò municipale, gli avisini arcensi si riuniranno in assemblea ordinaria per eleggere le nuove cariche associative tra cui anche quella di presidente. Elio Proch, dopo sei anni trascorsi alla guida della sezione, sarà “obbligato” (lo prevede lo statuto) a passare il testimone. «Ma lo faccio in assoluta serenità – commenta l’oramai ex presidente avisino – in questo periodo abbiamo raggiunto risultati che ci soddisfano e ci fanno ben sperare. Anche per meriti che non sono solo nostri siamo passati dalle 360 donazioni annue del 1997 alle 678 del 2001. Di queste 655 sono di sangue intero e 73 di plasma. Complessivamente, ossia sommando le cifre della nostra sezione (a cui fa riferimento anche la parte nord della Busa) con quelle della sezione di Riva (che comprende anche Torbole, Tenno e l’alto lago) si arriva ai 1366 prelievi effettuati nel 2001 dal centro trasfusionale comprensoriale dell’ospedale di Arco, mentre cinque anni addietro le donazioni “globali” erano 737». Grazie anche all’impegno degli avisini del Basso Sarca la regione Trentino Alto Adige risulta oggi completamente autosufficiente per quanto riguarda il bisogno di sangue. «Mentre su scala nazionale il discorso cambia completamente – sottolinea Proch – ma le cose anche nella nostra regione potrebbero presto cambiare». In cinque anni l’Avis di Arco ha registrato 129 nuovi iscritti (39 solo nel 2001); un risultato, questo, che è frutto di un’assidua operazione di propaganda e sensibilizzazione. «In tutto siamo 656 soci – continua Proch – l’obiettivo è quello di progredire ulteriormente. Noi puntiamo soprattutto sui giovani. Essere un avisino, infatti, vuol anche dire avere un certo stile di vita. Magari un po’ morigerato ma certamente generoso. E il mio invito ad essere generosi è quindi rivolto alle giovani generazioni. Per quanto mi riguarda non posso far altro che ringraziare tutti i donatori. E augurare buon lavoro a chi verrà dopo».

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