Alcuni giorni fa, il nostro giornale aveva annunciato la nascita di un gruppo di ricerca storica in seno al nucleo di Peschiera dell’Associazione Arma Aeronautica. Più esattamente si annunciava la nascita di un simposio culturale battezzato «Centro di Ricerca Storica Aeronautica del Garda»: organizzazione con il compito di contattare nonché coordinare tutti gli appassionati di storia del volo in ambito lacustre. Il primo obiettivo annunciava la raccolta di vicende e testimonianze di storia aeronautica sul territorio, prima che il tempo ne cancelli ricordi e testimoni; un lavoro paziente e certosino che avrebbe richiesto non poco impegno. L’appello lanciato dalle pagine del nostro quotidiano ha però messo in seria difficoltà gli organizzatori, tant’è l’entusiasmo smosso da tale iniziativa; decine sono state infatti le segnalazioni giunte dalla piazza: episodi epici, aerei fantasma, velivoli precipitati in loco e tanti altri. Quella che all’inizio sembrava un’iniziativa ostica da far partire, ha invece innescato un «passaparola» tale da far scoprire un gran numero di fatti e persone sui quali storicamente indagare. Molti sono gli episodi segnalati al neonato centro studi arilicense: dal bombardiere caduto in riva al Mincio, sul quale si vocifera che fosse imbarcata una donna, al caccia precipitato vicino a Lazise, il cui pilota rimase bruciato vivo nella carlinga. Dai piloti presi prigionieri dalle SS di Peschiera, sino all’ultimo violento duello aereo sul basso lago, nella Pasqua del 1945. Di questo episodio si sta raccogliendo una ricca documentazione, grazie al cortese supporto fornito da Sergio Caldogno, fra l’altro da poco iscritto all’associazione azzurra. Non mancano poi i fatti che sconfinano nella leggenda, con tutte le diverse versioni dei racconti sul velivolo detto Pippo, il caccia notturno che mitragliava chi accendeva le luci durante il coprifuoco. Su Pippo vi sono molteplici racconti con il lago quale teatro operativo. Un testimone di Peschiera ne segnala uno che addirittura precipitò rovinosamente nell’acqua, dopo aver toccato le piante in seguito ad un volo «troppo radente». Si dice che tale aeromobile non venne mai recuperato; secondo un racconto-leggenda un pescatore lo vide affondare con un pilota di colore che gridava ferito da un finestrino. Un altro testimone racconta di un velivolo che si conficcò di muso in un terreno all’epoca melmoso: le mitragliatrici di prua non vennero mai ritrovate. Ma le sorprese per gli studiosi di Peschiera, non finiscono qui: alcuni anziani, che all’epoca erano bambini, asseriscono che dai vari aerei precipitati furono asportati tantissimi pezzi: parti di armamento, rimasugli di strumentazione, frammenti meccanici? ambiti gadgets che i giovani di allora non hanno mai mancato di lasciarsi sfuggire. Nel dramma della guerra, in un’epoca nella quale la tecnologia non esisteva, non era cosa da poco il recuperare un pezzo di lucente alluminio con la scritta «U.S. Air Force» o altro. Le ricerche in questo senso si fanno ancor più interessanti: si profila la possibilità, oltre alle testimonianze raccontate, di recuperare qualche cimelio autentico, magari fino ad ora relegato al ruolo di «ferro-vecchio» nell’angolo di qualche garage. Come tale sarebbe senz’altro ignorato dalle future generazioni, perdendo così preziosi oggetti d’indagine, fondamentalmente utili alla ricostruzione dei fatti accaduti. Osservando il luogo comune secondo il quale «l’appetito vien mangiando», anche i ragazzi del Centro ricerche si sono ora lanciati con la fantasia: la nuova sede dell’aeronautica che verrà prossimamente inaugurata in centro storico, potrebbe addirittura riservare un ala dedicata ai cimeli ed alle testimonianze raccolte dal Centro ricerche. L’iniziativa, concepita inizialmente come gruppo di studio e approfondimento tematico, potrebbe invece dar vita ad un vero e proprio «mini-museo» storico dell’Aeronautica sul Garda. Per meglio sviluppare tale occasione e incrementare le testimonianze sul territorio, è stata attivata anche una speciale linea telefonica, dotata di risponditore unicamente dedicato ad eventuali segnalazioni in argomento (telefono 045.755.34.76); chi avesse qualche episodio da raccontare, lo segnali entro venerdì prossimo, 8 febbraio, specificando il proprio recapito: sarà contattato entro fine settimana per una breve ma preziosa intervista storica a documentare il caso. Per concludere una nota di colore: la segreteria telefonica, a titolo di curiosità e tanto per rimanere in tema, dà il benvenuto a suon di marcia d’ordinanza dell’Aeronautica Militare Italiana.
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Aperta la caccia ai velivoli precipitati per fare il museo degli aerei fantasma. Gli appassionati hanno costituito il Centro di ricerca storica aeronautica del Garda
Dopo l’appello numerose testimonianze e istituita una segreteria
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