lunedì, Maggio 27, 2024
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Il velista è rientrato a casa dopo aver partecipato alla Volvo Ocean Race, giro del mondo a tappe con equipaggio. «Gara difficile e massacrante ma volevo mettermi alla prova»

Celon, nove lunghi mesi negli oceani

«Ehila come vala, stet ben»: con questo saluto pronunciato con inimitabile cadenza gardesana Claudio Celon accoglie gli ospiti che lo vanno a trovare nella sua «cà» incastonata tra cielo, lago e olivi sopra la strada che da Torri porta ad Albisano; Ciccio («da bambino ero grassoccio e tarchiato e mi chiamavano Michelin», racconta), con questo soprannome è universalmente conosciuto nel mondo della vela e non solo, ha l’espressione buffa di chi ha appena combinato una marachella e invece si sta godendo i primi giorni di libertà dopo nove mesi di navigazione intorno al mondo e 32mila 450 miglia, oltre sessantamila chilometri percorsi nei sette mari sfiorando iceberg e balene, beccheggiando nelle piatte equatoriali o a fare su e giù con onde alte come palazzi a sei piani. Nessun velista prima di lui in Italia ha messo in fila tre partecipazioni alle Olimpiadi, due edizioni di Coppa America e il Giro del mondo, gli eventi più importanti della vela mondiale. «Questa esperienza mi mancava e ho voluto mettermi alla prova; per quanto riguarda la vela oceanica il top è appunto la Volvo Ocean Race, il giro del mondo a tappe in equipaggio. Una competizione difficile, impegnativa, massacrante ma che ti arricchisce non solo sotto l’aspetto tecnico e sportivo ma anche umano. A quarantuno anni mi è capitata questa occasione e non ci ho pensato due volte. A propormela è stato il mio grande amico Stefano Rizzi; con lui oltre a condividere la passione per il parapendio e la bici ho vissuto, tra l’altro, l’esperienza dell’America’s Cup con il team Prada e la mitica Luna Rossa. Io e Stefano nell’equipaggio di Amer Sport One, capitanato dal neozelandese Grant Dalton con il quale Stefano ha vinto il giro del mondo senza scalo a bordo di Club Med, eravamo gli unici italiani a bordo. La vela oceanica è anche uno stile di vita; devi essere sempre pronto ad ogni evenienza e a svolgere qualsiasi compito nelle situazioni più disparate;devi misurati con la bellezza, la forza e i pericoli della natura.» « Se vogliamo fare dei paragoni la vela olimpica potrebbe corrispondere a uno slalom speciale e il giro del mondo alla scalata dell’Everest a passo di corsa. L’America’s Cup invece è una specie di Formula Uno. Nove mesi in mezzo al mare lontano dalla famiglia e dagli amici non sono uno scherzo. «La prima tappa che ci ha portato da Southampton-Città del Capo è stata la più lunga, 7.350 miglia, ma anche quella in cui ho sofferto di più la nostalgia di mia moglie Daniela (che è maestra di sci ndr) e dei miei figli Matteo (6 anni) e Davide (4). Solo in quella occasione mi sono messo in contatto con loro utilizzando il telefono satellitare che avevamo a bordo.» “Ho avuto anche la fortuna di vivere questa esperienza con le persone giuste, il nostro gruppo è stato scelto bene e gestito perfettamente da Dalton; in più ho avuto l’onore di essere in equipaggio con Paul Cayard che con noi ha disputato la frazione che ci ha portato da Auckland a Rio de Janeiro, 6.700 miglia. Abbiamo anche superato i 30 nodi di velocità facendo lo slalom tra iceberg e glower di notte mentre la barca ballava il tip tap sulle onde. Sono cose che ti restano impresse nella mente come le fantastiche planate che solo il Pacifico del Sud ti può offrire. Cayard voleva rivivere queste emozioni che aveva provato nella precedente edizione del giro del mondo, che peraltro ha vinto, per questo ha partecipato con noi alla quarta tappa durante la quale ho doppiato per la prima volta in vita mia Capo Horn.» Al termine delle nove tappe della Volvo Ocean Race che si è conclusa a Kiel in Germania, Amer Sport One, la barca di Ciccio e soci, che appartiene alla Nautor’s Swan Challange, il gruppo italo finlandese che fa capo allo stilista Leonardo Ferragamo ha chiuso al terzo posto. Sul secondo gradino del podio è salito l’equipaggio dell’imbarcazione svedese Assa Abloy; mentre la palma del migliore è toccata a Illbruck consorzio tedesco che si è affidato allo skipper americano John Kostecki. Per qualche giorno ancora Ciccio starà lontano da vele e barche poi riprenderà il largo questa volta nel Mediterraneo in occasione della Giraglia prestigiosa regata di 243 miglia, che parte da St.Tropez per la cinquantesima volta per poi svilupparsi sulla rotta – Isola del Levante – Scoglio della Giraglia e arrivo a Genova nella sede storica dello Yacht Club Italiano. «Questa sarà una regata quasi di famiglia infatti in equipaggio c’è anche mio fratello Nicola, gareggeremo con il Wally Calzedonia e saranno con noi, tra gli altri, anche gli amici Daniele De Luca e Marco Carletto.» Il futuro prossimo degli impegni agonistici di Celon sono le regate d’altura .«Ho in calendario diverse regate con Brava e Rose nel circuito internazionale Ims. Mi piacerebbe anche rientrare nel giro delle classi olimpiche magari con il catamarano Tornado in equipaggio con mio fratello Mario con il quale ho partecipato ai Giochi di Los Angeles, Seul e Atlanta. La Coppa America? «Non rientra nei miei programmi; la prossima edizione comunque sarà ancora più difficile e combattuta di quella in cui sono stato eletto presidente del club Mambo, il gruppo di mattacchioni che si era incaricato di tenere su il morale dei ragazzi di Prada. Ci sono almeno sette consorzi che possono aspirare a giocarsi la finale contro i neozelandesi.» «Il miglior posto al mondo dove praticare la vela? Senza dubbio è il Garda una palestra naturale che non ha eguali al mondo. E chissà quanti piccoli campioni potrebbero crescere qui da noi se la vela fosse proposta ai bambini seguendo una didattica nuova più impostata sul gioco utilizzando nuove imbarcazioni propedeutiche all’Optimist.»

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