venerdì, Maggio 3, 2024
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Ben 17 dei 57 edifici sacri danneggiati si trovano sul territorio valsabbino. Sette milioni di euro per i restauri: da Roè Volciano a Preseglie

Chiese a rischio, ecco i fondi

E’ probabile che qualche terremotato rimasto senza casa non sia d’accordo, vista la necessità di affrontare questioni più urgenti; ma al di là delle valutazioni personali, in Valsabbia stanno per essere resi disponibili oltre 7 milioni di euro per risistemare le 17 chiese danneggiate dal sisma e definite «prioritarie». Dei 57 edifici sacri definiti appunto «prioritari» dalla recente ordinanza del commissario Massimo Buscemi, infatti, ben 17 insistono sul territorio valsabbino, e in primissimo piano troviamo San Michele di Idro, San Pietro in Vincoli di Roè Volciano, San Lorenzo di Clibbio e la Rocca di Sabbio, San Filastrio di Villanuova, San Lorenzo di Promo di Vestone e San Benedetto da Norcia a Pompegnino di Vobarno. Profondamente colpite e ferite, le chiese valligiane, lamentano danni per 7.186.606 euro, ovvero oltre il 40 per cento dei quasi 17.900 mila euro di staziamenti per i restauri complessivi. Gli edifici più colpiti? Iniziamo dal territorio comunale di Sabbio (qui urgono interventi sia sullo storico santuario della Madonna della Rocca, sia per le chiese parrocchiali di San Lorenzo di Clibbio e di San Martino di Sabbio Sopra), per proseguire con Roè Volciano (qui le chiese danneggiate sono 7 su 7, ma la priorità viene data per ora solo alla parrocchiale di San Pietro in Vincoli, con danni per un milione di euro), Villanuova (la parrocchiale conta danni per 1.212.000 euro), eVobarno (i guai si registrano soprattutto a Pompegnino, con la parrocchiale di San Benedetto da Norcia e con il Centro parrocchiale e la scuola materna praticamente a pezzi). Seguono a ruota Preseglie (con le parrocchiali di San Michele Arcangelo e dei santi Pietro e Paolo), Idro (mezzo milione di euro per la parrocchiale di San Michele Arcangelo), Odolo (con il tempio dedicato a San Zenone) e Vestone, con San Lorenzo in Promo. Quest’ultimo edificio sacro, «che probabilmente – spiegano gli esperti – in origine era una cappella risalente all’ottavo o al nono secolo, è oggi definito la “Pinacoteca”, e contiene un polittico cinquecentesco che è una delle perle dell’arte valsabbina ed è un vanto per Vestone. E’ opera di Martino da Gavardo, e rappresenta la Madonna con San Lorenzo, Santo Stefano, San Giovanni e San Giuseppe, Dio Padre con San Sebastiano e San Rocco, e l’Annunciazione. Ci sono poi l’Ultima cena e la raffigurazione dei quattro Padri della Chiesa». San Lorenzo in Promo ha subito danni per 310 mila euro. «Presenta un quadro fessurativo di media intensità» spiega la perizia tecnica degli esperti, «esteso a buona parte dei macroelementi che costituiscono il corpo di fabbrica. Alcune fessure sono riconducibili a prima del terremoto, ma in seguito alla scossa del 24 novembre scorso si sono ampliate in modo sensibile». E la chiesa della Maternità di Maria alla Rocca (per tutti la Rocca), che ha subito lesioni per 390 mila euro? L’intervento risistemerà quello che è il monumento simbolo non solo di Sabbio, ma dell’intera Valsabbia. L’edificio risale al IX e al X secolo, quando si organizzò in valle un sistema difensivo comprendente le rocche di Sabbio, Vobarno, Bernacco e Nozza. Più tardi, finita l’era delle invasioni, la Rocca perse la funzione difensiva per assumere quella religiosa, trasformandosi in un santuario mariano con il nome di Beata Vergine del campanile.

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