È una questione di mezzi. «Per una rotta come quella da Montichiari a Roma, servono aerei grandi il giusto, comodi e spaziosi». Air Dolomiti era una garanzia. Era, perché da sei mesi i vertici del D’Annunzio sono a conoscenza della volontà della compagnia bresciana di passare la mano. Il problema è a chi. Non è ancora ufficiale, ma lo scalo monteclarense (inserito quest’anno dal Cipe fra i collegamenti regionali) ha individuato come soluzione Volare. Il secondo gruppo italiano (dopo Alitalia) risponde ai requisiti richiesti dalla Catullo Spa, che considera ideali i suoi Airbus 320. Velivoli che raggiungono il break-even (la soglia di non-perdita) con 70 passeggeri per viaggio. «Servono aerei all’altezza e compagnie in grado di farli ruotare secondo le esigenze delle nostre rotte – dice il presidente della società scaligera Fernando Sanson -. Non possono bastare due voli al giorno, altrimenti i costi diventano assurdi e finiamo per rimediare perdite che non rientrano nemmeno nell’ottica di un ente pubblico». Sarà Volare? «È un’ipotesi che stiamo valutando. I contatti ci sono stati e le possibilità perché la trattativa vada a buon fine ci sono, ma non è ancora il momento delle certezze». I disagi a Montichiari dureranno per qualche giorno: fra questa domenica (passo d’addio di Air Dolomiti) e l’arrivo della nuova compagnia, per andare e tornare da Roma ci sarà solo Ryanair. Tempo una settimana, forse due.