Saranno le Procure della Repubblica di Verona, Venezia, Brescia, Mantova e Trento a valutare se è stato fatto quanto si doveva per controllare il rispetto delle norme sul demanio lacuale e la navigazione nel lago di Garda: in questi giorni, infatti, è partito l’esposto presentato ai suddetti uffici dal Comitato promotore per il Parco delle colline moreniche del Garda.«Insistiamo da tempo, con enti ed istituzioni preposte, affinché venga verificato il rispetto della normativa che regola questi ambiti. Purtroppo», spiega Emilio Crosato, presidente del Comitato, «le nostre richieste sono quasi sempre cadute nel nulla. Speriamo che le Procure possano arrivare là dove noi non siamo riusciti».L’esposto è stato preparato dall’avvocato Antonio Invidia. Il documento ricorda le peculiarità dell’ambiente gardesano «uno dei più importanti centri turistici d’Italia» e la decisione delle Regioni Veneto e Lombardia e della Provincia autonoma di Trento di «predisporre in modo univoco una disciplina del demanio lacuale e della navigazione sul lago di Garda» per «garantire la sicurezza della navigazione e della balneazione e la salvaguardia dell’ambiente naturale e il miglioramento dello sviluppo turistico». La legge norma altresì «l’utilizzo e la concessione delle zone demaniali, la realizzazione e l’impiego delle aree portuali nonché il comportamento di chi naviga sul lago».«Toccava alle Regioni e alle Province di Verona e Brescia, cioè le istituzioni interessate dal territorio gardesano, vigilare sul rispetto di questa disciplina. Ma così non è stato», riprende Crosato. «Noi, come Comitato, abbiamo riscontrato numerose lacune: mancanza di predisposizione di boe di delimitazione; mancanza di idonea informazione; insufficiente dotazione di strumentazione necessaria agli incaricati al controllo come carabinieri e polizia per rilevare il mancato rispetto dei limiti di velocità o di rumorosità dei veicoli a motore». «Questa situazione», continua il presidente del Comitato, «è stata ripetutamente segnalata a Regioni, Province e, in data 8 giugno 2005, anche al Comitato permanente di intesa: l’organismo deputato a verificare l’efficacia delle azioni di controllo».Tutte le segnalazioni sono rimaste senza risposta; per questo, lo scorso 12 dicembre, il Comitato per il parco delle colline moreniche è tornato a scrivere chiedendo: copia dei verbali delle riunioni del Comitato d’intesa permanente, i nomi dei suoi componenti, le eventuali richieste fatte dal Comitato agli organi di vigilanza sulle infrazioni segnalate con la precedente lettera.«Abbiamo ricevuto risposta concreta solo dalla Provincia autonoma di Trento», ricorda Crosato, «il servizio Ispettorato di porto della Regione Veneto, invece, in data 30 dicembre 2005, ha inviato una comunicazione con la quale sostiene l’effettiva applicazione della normativa sulla navigazione. Affermazioni per altro non suffragate da alcuna documentazione». «Il che significa», prosegue Crosato, «che non ci è stata inviata nemmeno copia delle riunioni del Comitato permanente di intesa che, stando a quanto recita l’articolo 3 comma II della normativa di cui chiediamo il rispetto, “è convocato due volte all’anno, entro il 31 marzo ed entro il 31 ottobre».«A questo punto non ci è rimasto altro che interessare le Procure», commenta amareggiato Emilio Crosato, «alle quali chiediamo di verificare se c’è chi viene meno ai suoi doveri e perché».