sabato, Dicembre 2, 2023
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Discoteche alla modain declino sul Garda

1«Raggiungere il suc­ces­so può essere sem­plice ma man­ten­er­si sul­la cres­ta del­l’on­da è quan­to mai dif­fi­cile, per­ché i gio­vani di oggi sono mutevoli nelle scelte e decisi a voltare le spalle a chi­unque non pro­pon­ga nel­la gius­ta misura ciò che più piace a loro».Lo scrive­va 16 anni fa Rober­to Pic­cinel­li nel­la sua «Gui­da per la notte» a propos­i­to dei locali not­turni ital­iani, con un’ampia par­ente­si ded­i­ca­ta a quel­li del bas­so Gar­da. Ma oggi, in aggiun­ta a quel­la rif­les­sione affat­to cam­pa­ta in aria, si devono aggiun­gere almeno altre due minac­ce con­crete: la crisi eco­nom­i­ca strisciante e il fal­li­men­to gen­erale di molte ges­tioni. Sic­ché oggi la «dolce vita» not­tur­na che ave­va conosci­u­to un incred­i­bile suc­ces­so sul­la riv­iera del Gar­da, sec­on­da soltan­to a quel­la romag­no­la tra gli anni ’70 e ’90, si è spen­ta lenta­mente come una can­dela. Molti di quei locali che han­no fat­to la sto­ria mon­dana di Desen­zano o sono mal­in­coni­ca­mente chiusi e scom­par­si oppure in cer­ca di nuovi acquiren­ti. A guidare una sparu­ta pat­tuglia di cor­ag­giosi sono rimasti il Fura, il Desigual, il Mazoom, l’Art Club di Madame SìSì, che al momen­to è la «star» incon­trasta­ta delle dis­coteche di ten­den­za del­la zona con il «tut­to esauri­to» in ogni peri­o­do dell’anno.IL MITICO Club, che potrebbe pas­sare di mano ad una cor­da­ta di alber­ga­tori romani, per esem­pio, è anco­ra chiu­so, anche se al suo inter­no pro­ce­dono i lavori di ristrut­turazione dopo il rogo doloso di mag­gio scor­so. Puc­cio Gal­lo, lo stori­co pri­mo pro­pri­etario, si dice «ottimista che il suo vec­chio locale pos­sa riaprire». Non fu solo un tem­pio del­la dance, il Ses­to, ma anche una passerel­la di moda, di vip, di star del cal­cio e del­lo spet­ta­co­lo, che riuscì a coin­vol­gere la vita ester­na con decine di gran­di iniziative.ALTRA DISCOTECA chiusa è l’ex Biblò (ora denom­i­na­to The Club) che, lo scor­so anno, pare­va essere rien­tra­ta nel­l’olimpo dei locali gra­zie all’ac­qui­sizione di una ges­tione man­to­vana con la pre­sen­za disc­re­ta di Lele Mora House, che ora, ci viene det­to dal suo entourage, «non c’en­tra più nul­la». Anche LM House venne dato alle fiamme. Inoltre il Dehor è sta­to chiu­so di recente, per inadem­pien­ze ammin­is­tra­tive e vio­lazioni penali. Ma l’e­len­co sarebbe anco­ra lun­go. L’im­pres­sione, come sot­to­lin­ea il pres­i­dente nazionale degli agen­ti Siae, Ezio Rizzi, «è che ci siano sem­pre più ges­tioni alle­gre e improvvisate».

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