mercoledì, Maggio 15, 2024
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Si scatena un nubifragio e una valanga di terra si abbatte sul piazzale dell’hotel «Panorama»: nessuna vittima. La «Gardesana» è transitabile, a rischio la distribuzione dell’acqua.

Frana sul parcheggio, sepolte dieci auto

Di nuovo sfiorata la tragedia sulla 45 bis. E’ bastato un acquazzone di violenta intensità a provocare grossi guai. Dalle pareti sopra Limone, l’altra notte, sono scivolati a valle 12-13 mila metri cubi di terriccio e sabbia. Metà trattenuti dalle barriere (i così detti «ombrelli») costruite in questi anni, metà scesi fino a lambire la strada statale. Hanno sepolto una decina di automobili parcheggiate nel piazzale dell’hotel «Panorama». Ancora pochi metri, e sarebbe stata invasa la carreggiata della «Gardesana occidentale». Alle «Limonaie», un centro vacanze con numerosi appartamenti, brivido per un paio di turisti stranieri. I detriti hanno portato via il terrazzino dell’appartamento in cui soggiornavano. In un primo tempo sembrava che i pompieri volessero emettere un’ordinanza di sgombero. Poi il proprietario, Alessandro Chincherini, è riuscito a convincerli che si tratta di un danno limitato, e non esistevano ulteriori problemi. Ma l’emergenza non era finita. Due frane, nella valle del Singol, cadute a distanza di 10 ore una dall’altra nel torrente San Giovanni, hanno impedito l’afflusso di acqua nel serbatoio che alimenta la rete idrica dell’intero paese. Col rischio che la popolazione e le migliaia di turisti rimanessero coi rubinetti a secco. Il sindaco Gian Battista Martinelli e gli operai stavano facendo la spola, dalle tre di notte. Hanno lavorato in molti, ieri: i Volontari del luogo, i vigili del fuoco di Salò e di Brescia, gli uomini dell’Anas, guidati da Renzo Campani, la polizia municipale, i camionisti della ditta Girardi, che hanno effettuato numerosi viaggi per raccogliere il materiale e trasportarlo in una discarica. A Limone è cominciato a piovere intorno alle 21, a intermittenza. Dopo mezzanotte si è scatenato un autentico nubifragio. E la montagna ha cominciato a franare. «Abbiamo chiamato i clienti nelle loro stanze, invitandoli a spostare in fretta le automobili – spiega Fabiano Fava, direttore dell’hotel Panorama -. Qualcuno è sceso, e ha sgomberato. Altri, forse fraintendendo la telefonata, sono rimasti a dormire». In pochi minuti il disastro. Sulla 45 bis, soltanto un po’ di fanghiglia, subito tolta. Tanto che il traffico non ha subito interruzioni. Ma avrebbe potuto andare molto peggio. Le automobili sepolte (Ford Scorpio, Opel Astra, Audi, Mercedes, Bmw, un furgoncino Volkswagen) appartenevano tutte a clienti tedeschi e belgi. Un’Alfa Romeo era invece di Alessandro Bon, un trentino della Val di Non, cuoco dell’albergo: ha provato a saltar dentro, ma non c’è riuscito. Si pensava che un ragazzo e una ragazza dormissero nel furgoncino, così i primi soccorritori hanno rotto il vetro, tirando un sospiro di sollievo. Un paio di automobili sono state recuperate all’alba, le altre sette-otto nel corso della giornata. Il «Panorama», come del resto lo «Splendid», «La Pergola» e «Le Palme», appartiene a una società formata da quattro fratelli Risatti, due maschi e due femmine, imparentati con Franceschino «Chicco» del Royal Imperial, presidente del Consorzio Riviera dei limoni. «Il parcheggio è assicurato – prosegue Fava -. Ora se la vedranno le compagnie. Da parte nostra abbiamo garantito ogni assistenza ai clienti: il trasporto all’aeroporto o alla stazione ferroviaria, il pernottamento gratuito per chi avrebbe dovuto partire già in mattinata, i contatti telefonici o via fax. Purtroppo viviamo sempre in stato di affanno. L’ingegner Cozzaglio, quando progettò la Gardesana, disse: non toccatela, effettuate solo manutenzioni e rimboschimento. Adesso vedo che, in alcuni tratti, tagliano le piante per mettere le reti. Non mi sembra il caso». Chiarisce Gian Battista Martinelli, il primo cittadino limonese: «Il comune e il Genio civile hanno messo in campo un miliardo e mezzo per Capo Reamol, facendo collocare una serie di barriere, brevettate da un’impresa trentina (vengono utilizzati anche sulle piste di sci, per fermare le slavine, ndr). Nel canalone sopra il Panorama, avevamo previsto invece un intervento con la spesa di un miliardo e 300 milioni. Ma non c’erano tutti i soldi, per cui abbiamo potuto costruire le barriere fino a tre quarti. La frana è partita dalla parte superiore». Stamane arriveranno i tecnici del Genio civile per valutare la situazione e decidere il da farsi. Il sindaco non ha molta voglia di parlare. Lo incontriamo all’uscita del municipio. Deve recarsi in fretta nella zona del serbatoio. «Due smottamenti, uno di notte e l’altro nel pomeriggio, hanno intorbidito l’acqua del torrente San Giovanni, nella valle del Singol, sul monte, a sud del paese – dice Martinelli -. L’attrezzatura per la potabilizzazione è bloccata e, al momento, nel serbatoio non entra più nulla. Speriamo che la situazione si normalizzi in fretta, altrimenti rischiamo di ritrovarci con i rubinetti secchi. Limone ha bisogno di 60 litri di acqua al secondo». Sembra quasi che il territorio voglia vendicarsi degli sfregi subiti nel tempo. I geologi definiscono la parete soprastante Limone un conoide di deiezione che, ogni tanto, ha bisogno di scaricarsi. L’incendio della primavera ’97 e la frana dei giorni successivi, sia lì (un paio di chilometri a nord del paese) che a Capo Reamol (ancora più avanti, verso Riva), avevano costretto a effettuare una serie di interventi, non ancora completati. Nessun problema, invece, per la Gardesana, interamente transitabile da Gargnano a Riva, visto che anche i lavori a Forbisicle e Nanzel sono stati ultimati.

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