domenica, Gennaio 26, 2025
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Più di trenta le gallerie sparse fra Gargnano e Riva, ma il transito dei tir è vietato: da anni si attende la nuova strada

Gardesana, c’è un progetto da 300 miliardi

Nei 29 chilometri che separano Gargnano da Riva del Garda sono state scavate oltre 30 gallerie, in buona parte nella roccia; in alcuni casi, invece, si tratta di tunnel artificiali. Questo tratto di Gardesana venne realizzato dal 1928 al 1931: è facile supporre quale modesta portata di traffico la strada dovesse sopportare in quegli anni. Dopo una lunghissima polemica (riemersa in questo ultimo periodo) su un’arteria non più adeguata al numero di veicoli di passaggio, negli anni ’60 la Gardesana venne «ritoccata» e molte gallerie furono allargate. Alcune – come quella alle spalle di Campione – furono costruite di sana pianta. Ma la situazione del tratto a Nord della statale, tra la nostra provincia e il Trentino, è tornata da un paio d’anni all’attenzione; e spesso al centro di infuocate polemiche. Il prossimo incontro politico sull’argomento sarà ospitato da Limone il 3 novembre. Se poi si sposta l’attenzione dalla percorribilità della strada alla sua sicurezza emerge qualche sorpresa. Nella trentina di tunnel gli incidenti mortali sono stati pochi, per fortuna, e si sono verificati soprattutto in quelli artificiali. L’ultimo lutto in una galleria scavata nella roccia risale a pochi anni fa: morì un francese nell’incendio della sua vettura, ma il sinistro avrebbe causato conseguenze identiche anche se fosse accaduto all’esterno. Sul tratto Gargnano-Limone, nella stagione turistica transitano oltre 20 mila veicoli al giorno; qualcuno in meno tra Limone e Riva. Il traffico è vietato per i mezzi superiori a 3.5 metri di altezza e agli autocarri con peso complessivo superiore alle 24 tonnellate. Stop anche ad autotreni, autoarticolati, autosnodati nel tratto tra Gargnano e Riva. I tunnel, molte delle quali strette e a ogiva, incutono paura ma, stando ai fatti, finora non hanno mietuto più vittime rispetto ai tratti di strada che corrono all’aperto, sui quali, purtroppo, le croci non mancano: negli ultimi tre anni vi hanno perso la vita due 24enni, una di Limone e l’altra di Tremosine. Da sottolineare, per quanto riguarda questi chilometri di statale in galleria, il passaggio di un elevato numero di bus: alcuni di linea, molti turistici. Il tunnel più lungo è quello alle spalle di Campione (2300 metri) costruito a fine anni ’60 e oggetto di attenzione, una dozzina di anni fa, con opere finalizzate all’eliminazione dell’acqua che si infiltrava. Qui le vie di fuga in caso di sinistro sono rappresentate (per le vetture) dai soli svincoli che portano a Campione. Meno difficile potrebbe apparire scappare a piedi in alcuni punti che permettono di raggiungere il vecchio tracciato della strada, parallelo all’attuale. La galleria, comunque, è completamente illuminata. Meno rosea la situazione degli altri tunnel a Nord del Benaco: solo 3 sono dotati di impianto di illuminazione, e solo uno dispone (da poco) dei lampeggianti luminosi di delimitazione a lato delle carreggiate. Il problema? Serve la corrente, oppure si deve intervenire con la messa in opera di pannelli solari. Ma ogni pannello ha costi attorno ai 7/8 milioni. Da tempo molti insistono (sindaci altogardesani in testa), perchè si chiuda definitivamente la «partita gallerie» sull’alto Lago. L’ostacolo maggiore? I 300 miliardi da investire.

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