Alto lago o basso lago, il turismo è appunto questione di alti e bassi, e il Natale non è certamente alta stagione. La situazione di Desenzano fa notizia, perché negli scorsi anni la città di Sant’Angela si era sempre distinta con i suoi alberghi aperti sotto Natale. Il fatto che quest’anno chiudano quasi tutti diventa un caso. Ma è un po’ tutto il Garda ad accusare l’accentuata stagionalità dei flussi turistici: da Sirmione a Limone passando per Salò e Gardone Riviera, si incontrano numerose saracinesche abbassate in un Natale che di sicuro non passerà alla storia per un boom di presenze. La conferma d’altra parte della prudenza con la quale in questo Natale gli italiani mettono mano al portafoglio. A Limone , capitale indiscussa del turismo gardesano, gli alberghi aperti sono anche stavolta relativamente pochi: resterà chiuso fino a marzo per esempio il Gardenia, l’hotel di proprietà del presidente della locale associazione albergatori, Gianfranco Montagnoli. Chiuso anche l’Imperial, ma è un assente giustificato per i lavori di ristrutturazione. «Per il resto spiegano al Gardenia sono aperti per Natale solo gli alberghi che per tradizione lavorano da sempre in questo periodo: l’Hotel Limone, forse il Leonardo e il Royal con pochi altri». Scendendo un po’ più a sud, gli alberghi chiusi hanno nomi altisonanti: niente Natale per il Grand hotel di Gardone Riviera e per il Grand Hotel Fasano, cioè luoghi che hanno fatto la storia del turismo del lago di Garda e che ancora oggi sono un emblema di qualità esclusiva; ma non nel periodo natalizio. Le cose non vanno molto diversamente a Salò , dove si contano molte defezioni e poche eccezioni. Resterà aperta fino a Santo Stefano la Conca d¹Oro, ma solo come ristorante e non come albergo. E soprattutto, senza apertura per Capodanno: «Gli hotel dove si può trovare una stanza a Salò, di questa stagione, si contano sulle dita di una mano spiegano alla Conca d¹oro -. È improprio parlare di tradizione, ma qui le cose vanno così da sempre». Dopo Santo Stefano dovrebbe riaprire l’hotel Commercio, chiuso da un mese e mezzo anch’esso per lavori di ristrutturazione, andando a unirsi a pochi altri esercizi per intercettare i pochi turisti di San Silvestro. E più vicino a Desenzano? La pietra di paragone obbligata è Sirmione , che a sua volta quest’inverno brilla per l’assenza quasi totale di iniziative di richiamo o di intrattenimento. La scommessa turistica è sul nome e sulla celebrità del luogo; su cui non pochi albergatori hanno deciso comunque di puntare. «Noi siamo chiusi a Natale e apriremo a Capodanno per accogliere gruppi di nostri clienti abituali e affezionati» spiegano all’hotel Olivi, dentro le mura scaligere. Eppure qui in centro storico resteranno aperti numerosi hotel, tra cui il Grand Hotel Terme e il Fonte Boiola (forti della loro, offerta termale, che non conosce stagionalità nonostante la crisi7 e altri ancora come il Flaminia, il Pace, il Serenella che aprirà a Capodanno. Il tutto nonostante l’assenza di iniziative, che non aiuta ma nemmeno danneggia chi ha tradizione e clientela consolidata».
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La notorietà internazionale della penisola attenua i segnali di crisi