Dal 1 maggio, giorno in cui ha iniziato l’attività 2004, al 17 ottobre la Guardia costiera ha effettuato 125 uscite: 63 per ricerca e soccorso, 62 di pattugliamento. Sono state assistite 131 persone (104 diportisti, 15 surfisti, 11 bagnanti e un sub), venti delle quali ferite o con principi di ipotermia. La motovedetta ha percorso 3.350 miglia, navigando per 302 ore. Questi i dati diffusi nel corso dell’incontro svoltosi l’altra sera all’hotel-ristorante «Bogliaco» di Gargnano, dove gli equipaggi hanno stabilito la propria base. Il servizio, svolto per il sesto anno consecutivo, è stato ampliato da quattro mesi (1 giugno-30 settembre) a sei (1 maggio-31 ottobre). Il presidente della Comunità del Garda, Pino Mongiello, parte attiva nella stesura del protocollo di intesa fra il Ministero dei trasporti, della Difesa, la Provincia autonoma di Trento, le Regioni Lombardia e Veneto, ha ringraziato tutti gli operatori che si sono prodigati, ricordando il conferimento della medaglia di bronzo al merito civile per gli interventi nella drammatica giornata del trofeo Gorla (ripescati numerosi velisti assiderati). Mongiello ha auspicato che il servizio, finora provvisorio, autorizzato di anno in anno, possa diventare fisso, «per un turismo di qualità e garanzia». Valerio Prignachi, assessore alla mobilità e ai trasporti dell’Amministrazione provinciale, ha ricordato il cammino svolto per migliorare il sistema di sicurezza (esempio lo studio del modello di boa per segnalare la presenza dei sub) e la necessità di creare le attrezzature e il supporto logistico per una stabile permanenza della Guardia costiera. «Abbiamo ottenuto finanziamenti a livello europeo per la campagna di sensibilizzazione sui rischi stradali – ha concluso Prignachi -. Presentando progetti significativi, è possibile ricevere sostanziosi contributi». Il Prefetto, Maria Teresa Cortellessa Dell’Orco, ha ringraziato i marinai per «l’impegno, la professionalità e la dedizione». «Il Garda – ha proseguito – è frequentato da numerosi natanti, e ha bisogno di un servizio che dia sempre maggiore sicurezza. E, magari, venga potenziato». Paolo Marzollo, responsabile del 118, ha ricordato le nuove tecniche di lavoro sperimentate. Esempio: sulla motovedetta è stata effettuata la defibrillazione di infartuati, operazione ritenuta molto difficoltosa, se non addirittura impossibile, a causa dei sobbalzi sulle onde. E l’altra sera sette ragazzi (Domenico, Andrea, Giuliano, Dario, Francesco, Emiliano e Giovanni) hanno ricevuto il diploma per avere superato a pieni voti l’esame al termine del corso per l’utilizzo del defibrillatore. L’ammiraglio Gabriele Calcagno, giunto da Venezia, ha rammentato che il corpo della Capitaneria di porto è rimasto fermo a 11mila unità. Sarebbe quindi necessario un aumento, visti i nuovi compiti. Considerata l’utilità del lavoro svolto sul Garda (ha scherzosamente equiparato l’arrivo della motovedetta a quello delle galee che, ai tempi della Serenissima, venivano trainate lungo la valle dell’Adige, fino a Mori e a Riva, per essere messe nel lago), l’ammiraglio ha aggiunto che si darà da fare per portare al Comando generale l’istanza di una istituzionalizzazione del servizio. Un funzionario della Regione, Alessio Picarelli, ha spiegato che «la Guardia costiera servirà da esempio, adesso che stiamo studiando la possibilità di trasferire questa esperienza anche sugli altri laghi della Lombardia». A fine mese la motovedetta rientrerà a Venezia, percorrendo strade secondarie, prive di cavalcavia e ostacoli. Lunga 12,73 metri e larga 4,3, pesa 12 tonnellate. E’ autoraddrizzante. Dotata di due motori Isotta Fraschini da 400 KW, raggiunge la velocità di 30 nodi (un nodo = 1.852 metri), e ha un’autonomia di 160 miglia. Dispone di una strumentazione all’avanguardia. E’ in grado di eseguire operazioni di salvataggio con qualsiasi condizione meteorologica. Nei fine settimana, e in occasione di grandi eventi come le regate, a bordo c’è un operatore sanitario professionale (medico o infermiere), fornito dal 118, in grado di prestare assistenza immediata, senza dover attendere lo sbarco. Gli uomini del comandante Marco Ravanelli sono stati a disposizione 24 ore su 24, suddivisi in gruppi da tre (ciascuno), con turni da sei ore.
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Bilancio di fine stagione per gli uomini della Capitaneria di Porto: da maggio ad ottobre 125 interventi, 131 persone assistite. Verso l’istituzionalizzazione del servizio sul Garda. Modello da esportazione