martedì, Febbraio 18, 2025
HomeManifestazioniAvvenimentiI pescatori uniscono le forze per rilanciare la tirlindana
Gli oltre 500 appassionati di questo sistema di pesca hanno creato la federazione

I pescatori uniscono le forze per rilanciare la tirlindana

Per catturare la trota, il luccio o il carpione si usa la tirlindana, in dialetto «dindana»: un lungo filo di lino o di cotone, da 20 a 100 metri, con piombi graduati per l’affondamento, che deve risultare più o meno diagonale. Dal filo si staccano tre o quattro ramificazioni, lunghe cinque-dieci metri di bava (seta). All’estremità di ognuna è assicurata l’esca: viva, morta o finta. Quando la preda abbocca, viene rimorchiata in barca. Il sistema di pesca, introdotto nel 1850, sconvolse i metodi tradizionali, imperniati su grandi reti a strascico. Fu uno stuccatore che lavorava dal conte Albertini, un certo Ercole, soprannominato «Comasc» (proveniva dal lago di Como), a portare una lunga lenza, avvolta su un telaio di legno. La provò nella zona tra S.Vigilio e Lazise, assieme a un amico, Simone Malfer. «I risultati furono sbalorditivi – ricorda lo storico Giorgio Vedovelli -. I curiosi sul molo strabuzzarono gli occhi, vedendo il gran numero di trote catturate. Il Comasc venne… assalito: tutti volevano conoscere il suo segreto. Pressato da continue richieste, fu costretto a vendere qualche esemplare di dindana, dando così inizio al successo strepitoso che questa conobbe nel volgere di pochissimo tempo». A distanza di 150 anni, questo sistema è ancora molto usato. Sul lago esistono più di 500 persone che lo praticano. E che, per contare maggiormente e non essere esclusi dalla decisioni importanti, hanno creato la Federazione tirlindane del Garda (Ftg). Presidente il veronese Bruno Bologna, in rappresentanza del gruppo di Pai; vice Gino Battisti, trentino, e Gianfranco Compagnoni, di Desenzano. Gli altri componenti del direttivo: Italo Meneghelli di Riva e Adelino Lombardi di Malcesine. Segretario: Mauro Avigo di Calcinatello. Revisore dei conti: Giovanni Menoni di Toscolano Maderno. L’atto costitutivo è stato redatto dopo una serie di incontri presso la Comunità del Garda, a Gardone Riviera. Presenti tutti i club del lago, che hanno 550 iscritti: il Bardolino, guidato da Pierluigi Peron (e mail: lucianorossetti@tin.it), il Malcesine con Adelino Lombardi (sovi@libero.it), il Garda con Antonio Pasotti (info@hcampagnola.it), il Pai con Bologna (maurizio.pai@yahoo.it), il Basso Garda di Desenzano con Luciano Leali (klmonz@credit.it), lo Spinning di Toscolano Maderno con Flavio Galbiati (silvia.menoni@libero.it) e la riviera trentina con Adolfo Pelizzari (tirlindana@supereva.it). Le associazioni appena citate hanno sempre tirato avanti da sole. Adesso si sono unite con l’obiettivo di promuovere, diffondere, coordinare e disciplinare la pratica della pesca sportiva dilettantistica da natante, con particolare riferimento alla tirlindana, un nome che richiama il suono del campanello fissato all’asticciola della canna flessibile (col suo oscillare, avverte dell’abboccare del pesce); organizzare nuove manifestazioni; promuovere e incoraggiare la sorveglianza e la tutela delle acque del lago, salvaguardandone il patrimonio ittico attraverso il ripopolamento; far conoscere e rispettare le tradizioni locali. La neonata Federazione collaborerà con gli enti pubblici interessati o preposti al controllo delle acque e potrà effettuare raccolte di fondi in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione. «Vorremmo entrare nella consulta, istituita in Provincia, che stabilisce le regole e stila il calendario – dice Compagnoni -. Senza dimenticare il discorso delle semine e dell’incubatoio di Peschiera». «Agli inizi del secolo – spiega Vedovelli -, la tirlindana ha avuto un’importanza rivoluzionaria. Liberò infatti i pescatori dall’asservimento ai mercanti. Costoro fornivano le reti e, talvolta, anche le barche, a condizioni svantaggiose, incettando le catture paese per paese. Il costo ridotto della dindana permise alla maggioranza della popolazione di condurre in proprio un’esistenza dignitosa». A partire dagli anni Trenta fecero la loro comparsa i volantini, reti abbandonate alla corrente in file lunghe fino a 1.184 metri, micidiali per coregoni e carpioni. Erano di cotone, fecero il loro debutto a Gargnano (li chiamavano «antane») e, un poco alla volta, sostituirono la tirlindana, rimasta l’attrezzo dei pescatori dilettanti. Che, adesso, in un sussulto d’orgoglio, hanno deciso di unirsi sotto lo stesso tetto e di creare una Federazione.

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

In Evidenza

Dello stesso argomento

Ultime notizie

Ultimi Video