sabato, Maggio 4, 2024
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Una volta all’università era difficile trovare libri Adesso mancano i soldi

Incontri culturali «Francesco Fontana»

Sono giunti in dirittura di arrivo gli incontri culturali promossi dall’Associazione Francesco Fontana. Il penultimo della serie è stato con il professor Carlo Sandrelli, docente di filosofia al liceo scientifico di Garda che ha presentato la nascita delle università. La «lezione» è partita dall’accademia di Platone, per poi passare alla scuola di medicina di Salerno fino all’istituzione dell’università di Bologna. sorta nel 1088, in parallelo con le Corporazioni delle arti e mestieri, per la necessità e la voglia di conoscere ed apprendere tutti gli aspetti della giurisprudenza. Era un luogo di apprendimento e di trasmissione della cultura, attiguo ai monasteri ed ai vescovadi, dove i docenti erano in massima parte chierici, pagati quindi dall’istituzione ecclesiale. Sulle università pendeva direttamente la mano del Papa. Una sorta di controllo a distanza del funzionamento e della «distribuzione» della cultura. Cultura che doveva essere in stretta assonanza con i dogmi della Chiesa cattolica. Gli atenei rappresentavano una tipica espressione della cultura della città e dei Comuni, ma allo stesso tempo il vero e unico mezzo di trasferimento culturale «transnazionale», quindi fuori dai confini locali. La lingua di comunicazione era il latino. I corsi di studio si sviluppavano in due fasi: la prima dai 15 ai 20 anni per le «artes» e dai 20 ai 25 per l’acquisizione della specializzazione: Medicina, Teologia, Giurisprudenza. La laurea di oggi. Il corso comunque più lungo e qualificante, per l’epoca, era Teologia. che poteva durare anche 15 anni. «L’unico problema», ha spiegato Carlo Sandrelli, «era reperire i libri di testo. Erano tomi pesanti e unici, considerati veri e propri originali, concessi in affitto agli studenti. Negli atenei italiani ed europei», ha soggiunto il docente, «dalle 7 alle 19, con una pausa di un’ora per il pranzo». Il mattino era occupato per la lettura e per il commento dei testi da parte del docente. Nel pomeriggio invece si dava corso alla disputazio, ovvero alla libera discussione, fra docenti e discenti, sugli argomenti trattati. Con il passare dei secoli l’università si è trasformata e modificata. Principali attori della trasformazione furono, nel XIII secolo, i frati Dominicani e Francescani. Ordini medicanti, legati al papato, ma molto attenti al trasferimento della cultura fra la borghesia ed il popolo. La lezione, dato il tema attuale, anche se legato al momento storico dell’XI secolo, ha suscitato l’interesse della platea. Interessanti e vivi gli interventi, ai quali il relatore ha risposto in misura esauriente e profonda. È stata quindi affrontata la attuale crisi delle università, la riforma appena attuata, la necessità di incremento della ricerca scientifica, la costante fuoriuscita dei nostri migliori cervelli all’estero. Sandrelli infine ha posto in risalto la valenza degli atenei italiani, sia sotto il profilo umanistico che tecnico, sottolineando che la preparazione degli studenti è elevata e che può senza ombra di dubbio competere con gli atenei europei e di oltre oceano. «Va semmai rivista la gestione burocratica e amministrativa degli atenei», ha sottolineato Sandrelli, «oltre che dare maggiore corpo alla destinazione della spesa – investimento per la ricerca scientifica e l’implementazione delle attrezzature». (s.b.) Lazise. Risotto al “tastasàl” atto secondo alle Cantine Lamberti di Lazise. E’ prevista per domani alle 20.30 la sfida gastronomica, organizzata a colpi di risotto dall’associazione Slow Food e dal Circolo culturale enogastronomico «I Ghiottoni» di Torri, con la partecipazione di alcune delle migliori riserie e chef della provincia veronese. «Dopo il successo di gradimento e pubblico della prima edizione», spiega il giornalista referente regionale per Slow Food e presidente del circolo di Torri, Angelo Peretti, «si ritorna a tavola per una nuova sfida, con alcuni dei più competenti esperti nel settore dei risotti». Ed infatti ad essere giudicati dal pubblico, oltre che da giornalisti esperti nel settore enogastronomico, saranno la riseria Melotti e la Risosteria Biffi di Isola della Scala, ed una serie di macellerie e cuochi provenienti da Pastrengo, Divezzano, Torri del Benaco, Brenzone, San Zeno di Montagna, Zevio. In tutto, sei diversi risotti si contenderanno lo scettro di migliore, dinanzi a vini siciliani, piemontesi, umbri e veneti. «Anche stavolta», precisa ancora Peretti «non solo abbiamo saturato la disponibilità di posti, ma abbiamo dovuto cercare di aggiungere alcune sedie e posti in più. Siamo veramente sempre al limite della capienza possibile e questo conferma il gradimento dell’iniziativa». Il successivo appuntamento organizzato da Slow Food e dai «Ghiottoni» è per martedì 19 marzo, sempre alle cantine Lamberti: «Alla scoperta dei formaggi d’Italia» è il titolo della serata, una degustazione guidata dalla gastronomia Al Molino di Santa Maria di Negrar. Per informazioni e prenotazioni, rivolgersi al numero 045/ 6260518 ed il costo della serata è di 26 euro a persona.

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