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Sei le società intenzionate a rilevarlo: aveva 370 posti letto

Italiani e tedeschi sono in gara per il nosocomio di Malcesine

Alla denuncia del dottor Lucio Malavolta, responsabile del dipartimento ortopedico, traumatologico e riabilitativo dell’Ulss 22, che come ha reso noto L’Arena ha citato in giudizio la stessa Ulss 22, i vertici aziendali, ovvero il direttore generale Filippo Marelli e il direttore sanitario Umberto Bressan, non rispondono. A nulla sono valsi i ripetuti tentativi di avere udienza: i due dirigenti non vogliono parlare e continuano a mantenere il silenzio. A tutt’oggi quindi non è dato sapere quale sia la posizione dell’Ulss 22 rispetto alla querelle Malavolta . Lo specialista, che dirige i reparti di ortopedia e traumatologia di tutti gli ospedali pubblici della 22, Bussolengo, Malcesine, Villafranca e Isola della Scala, non ha peli sulla lingua. «L’udienza in tribunale è stata fissata il 20 novembre», conferma, «intanto il reparto di ortopedia di Bussolengo continua a funzionare in condizioni d’emergenza». «Nei giorni scorsi», prosegue il medico, «si è bloccato per l’ennesima volta l’unico ascensore che permette di trasferire i pazienti dalla sala operatoria alle stanze di degenza; una ragazza di 16 anni che si era fratturata tutti e due i femori, per portarla in stanza dalla sala operatoria, è stata costretta a fare il giro dell’oca». «Chissà», si chiede il medico «quando sarà attivato il pronto soccorso traumatologico di Bussolengo». «L’ospedale di Malcesine», precisa Lucio Malavolta, «da un anno è stato messo sotto sopra da un cantiere lumaca che sinora ha prodotto solo quattro stanze al grezzo, costringe i pazienti e personale a vivere ed operare nel caos e ha causato la riduzione dei posti letto di chirurgia ortopedica da 60 a 25. Da diverso tempo inoltre si sente parlare di una ipotetica gestione attraverso una società mista per questo ospedale ma sinora non se ne è fatto nulla». Il 30 marzo 2001 il direttore generale dell’Ulss 22 Marelli ha deliberato: «l’avviso pubblico di intenti per un concorso informale di idee per la partecipazione ad una società mista per la gestione del presidio ospedaliero di Malcesine sul Garda». Nel documento si precisa che «quest’amministrazione intende dare attuazione al disposto regionale mediante un progetto di sperimentazione focalizzato sui seguenti obiettivi: ottimizzare le risorse esistenti, garantire una attività sanitaria di base, ridurre fino all’azzeramento nel medio termine gli oneri a carico dell’Asl 22, sviluppare e diversificare l’offerta di servizi sanitari, anche con l’introduzione di attività innovative e l’apertura verso il settore privato». Nella costituenda società a responsabilità limitata l’Asl dovrebbe partecipare al capitale sociale con il 51 per cento sia con beni materiali strumentali – cioè le attrezzature- che con beni immateriali ovvero l’avviamento. Il termine per la presentazione delle idee-proposte è scaduto il 28 maggio 2001. Nell’avviso è stato precisato che «la domanda di partecipazione alla gara non vincola l’Asl, che si riserva anche la facoltà, a proprio insindacabile giudizio, di revocare, annullare, sospendere e modificare il presente avviso». Ad ogni buon conto comunque è stato indicato che: «la selezione delle idee-proposte e la relativa valutazione saranno effettuate da una commissione nominata dall’Asl 22 che terrà conto, in modo complessivo, del grado di soddisfacimento degli obiettivi indicati dalla Asl stessa». La commissione, composta dal presidente dottor Pietro Lavezzo, della direzione dei servizi ospedalieri ed ambulatoriali della regione Veneto, dal professor Andrea Garlatti, docente di economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche dell’università Bocconi di Milano e dall’avvocato Marco Mazzarelli, consulente di società pubbliche e private nel settore dei servizi, delle privatizzazioni e delle trasformazioni da aziende specializzate a società, ha terminato, nell’ottobre dell’anno scorso, il proprio compito di selezione. Le richieste pervenute entro il termine indicato nell’avviso pubblico sono state sei di cui cinque presentate da società italiane e una tedesca. A tutt’oggi però non si sa ancora quale sarà il destino dell’ospedale di Malcesine del quale si era interessato anche il professor Gianni Randelli che nel 1999, quando ricopriva la carica di presidente della Società italiana di ortopedia e traumatologia, aveva scritto al presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan, riferendo, tra l’altro, che «l’ospedale di Malcesine ha una tradizione chirurgica ortopedica che risale al 1948 sopratutto nel campo della Poliomielite e dell’articolazione dell’anca. La divisione ortopedica e traumatologica risulta in attivo di bilancio negli ultimi 6 anni di circa 5 miliardi l’anno con l’afflusso del 60 per cento circa di pazienti extraregionali. È un presidio essenziale ed indispensabile come riferimento traumatologico e di pronto soccorso, per tutto il tratto della riviera gardesana che va da Riva del Garda a Lazise e il reparto chirurgico è rimasto un riferimento italiano per il trattamento della poliomielite». All’alba degli anni ’50, il professor Oscar Scaglietti, uno dei più importanti esponenti dell’ortopedia italiana, conferì l’incarico di primario dell’ospedale di Malcesine ad uno dei suoi più promettenti allievi, il compianto professor Tarcisio Marega che fece decollare questa struttura che negli anni ’70 disponeva di 370 posti letto. Già nel primo dopoguerra l’ospedale di Malcesine, che era gestito dalla Croce Rossa, era diventato un punto di riferimento dell’ortopedia europea ed aveva raccolto l’eredità del rinomato ospedale istriano di Val d’Oltra, distrutto durante la seconda guerra mondiale. Ora, il nosocomio istriano, che è stato ricostruito e si trova in territorio croato, è tra i più efficienti e funzionali ospedali del vecchio continente.

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