Quelle di Galan non sono state le ultime parole. C’è un ricor so al Tar del Lazio che potrebbe annullare l’operazione Alta Velocità delle Ferrovie dello Stato in cantiere da oltre dieci anni. Tre giorni fa il presidente della Regione Veneto ha benedetto il passaggio della Tav su Peschiera, Castelnuovo, Sona e Sommacampagna avallando le prescrizioni della Provincia e dell’unico sindaco – Mengalli di Sommacampagna – che ha dato l’assenso. Ottenuto il nulla osta da Venezia, il progetto è passato al Cipe (Commissione interministeriale programmazione economica) per il finanziamento. Quando arriveranno i soldi – i tecnici calcolano che l’iter procedurale si concluderà nel giro di un anno – nell’autunno del 2004 partiranno i lavori e, imprevisti a parte, già nel 2010 i supertreni correranno lungo la A4 da Peschiera a Verona. Ne sono tutti certi, a Roma, a Venezia e in Provincia a Verona. Ma sbagliano. Perché lo scenario potrebbe essere diverso. Il rischio stavolta c’è: i sindaci dei tre paesi da sempre contrari alla linea veloce (Dalla Pellegrina, Emanuelli e Bonometti) hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio per bloccare il progetto. E hanno buone speranze di riuscire a fermare quello che chiamano «un cataclisma per il territorio». «Per anni abbiamo cercato il confronto e una soluzione che ci convincesse più di quella proposta, abbiamo fatto trasferte al ministero, riunioni, fondato comitati, scritto lettere e lanciato appelli», spiega Michele Perbellini assessore ai trasporti di Peschiera e coordinatore dell’azione legale, «ma quelli di Tav non hanno mai voluto ascoltarci e non hanno mai preso in considerazione la nostra proposta, migliore di quella che alla fine è passata. Lo faranno adesso, che lo vogliano o no, quando il tribunale cui ci siamo rivolti sospenderà il processo in corso e li costringerà a ridiscutere il tracciato insieme ai Comuni che lo ospiteranno». Il tribunale amministrativo del Lazio sentenzierà giovedì prossimo sull’accoglimento o meno del ricorso. «Insieme all’avvocato Ghirardini di Parma», continua Perbellini, «abbiamo riscontrato elementi di illegittimità nell’applicazione della legge obiettivo, quella che inserisce Tav tra le opere strategiche del governo accelerando l’iter di approvazione. A questo dato tecnico, cui è collegata l’illegittimità dell’ultima Conferenza di Servizi, se ne aggiunge un secondo altrettanto importante che è la mancata tutela di Peschiera e del laghetto del Frassino come Sic (Sito di interesse comunitario), riconoscimento di cui gode il territorio e che per definizione è antitetico a ogni intervento che possa danneggiare l’ambiente. In fase di valutazione di impatto ambientale da parte di Tav, questo «marchio» non è stato tenuto in considerazione. Battaglieremo anche su quello, oltre che sui disagi alle aziende, al santuario, alle coltivazioni di vigneti, all’economia locale e ai danni al turismo che ne conseguiranno». Perbellini aveva partecipato, come rappresentante del Comune di Peschiera, alla Conferenza di Servizi convocata a Roma lo scorso dicembre per l’approvazione del tracciato. Insieme a Emanuelli e al delegato di Sona, si era rifiutato di sottoscrivere l’atto di assenso che Tav chiedeva a tutti i sindaci chiamati a dare il proprio «sì» al passaggio dei supertreni. «E questo è il nostro asso», spiega, «perché se avessimo dato il nulla osta ora non potremmo rivalerci in nessuna maniera: abbiamo manifestato allora la nostra contrarietà, torniamo oggi a ribadirla per via legale chiedendo al Tar di annullare ogni decisione presa dalla Conferenza, che non abbiamo riconosciuto. Da quella riunione è uscito il progetto preliminare del tracciato: non lo abbiamo approvato e non accettiamo che Tav realizzi comunque l’opera a casa nostra. L’alternativa c’è: far passare i binari più a Sud, lo chiediamo da anni, in territorio mantovano, ai piedi delle colline moreniche dove non ci sono aziende da buttar giù, coltivazioni da distruggere, santuari da far vibrare, ma una ampia distesa lontano da Peschiera, Castelnuovo e Sona. Basterebbe scendere di una decina di chilometri rispetto alla linea segnata, continuare la curva sotto Brescia tirando diritto fino a Verona, senza fiancheggiare la A4». Perché no? «Perché non c’è l’interesse politico nello sposare questa causa…». Giovedì il Tar comunicherà se avrà accolto il ricorso. Se sì, si ricomincia da capo: sospensione del progetto, nuova Conferenza di Servizi e recepimento da parte delle Ferrovie delle indicazioni dei sindaci. Se no? «Se no», è sicuro Perbellini, «andiamo avanti con il Consiglio di Stato. Di sicuro, qua la Tav non passa».
!
Giovedì il giudice amministrativo deciderà o meno la sospensione del progetto delle Ferrovie