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Il livello è attestato a 52 centimetri sopra lo zero idrometrico: solo nel 1945 una condizione peggiore. Posticipata di una settimana l’irrigazione nel Mantovano La diga di Salionze rilascia nel Mincio la quantità minima consentita

Lago basso, campi senz’acqua

Attese contrapposte. Da una parte gli operatori turistici del lago di Garda fiduciosi in una settimana pasquale all’insegna del bel tempo, dall’altra gli agricoltori mantovani, ma non solo quelli, pronti alla danza della pioggia pur di risvegliare Giove Pluvio. In mezzo una siccità da far paura per l’economia virgiliana. A rendere a dir poco preoccupante la situazione a pochi chilometri dal Benàco la decisione del Consorzio del Mincio di rinviare di una settimana, rispetto al primo aprile, l’inizio della stagione irrigua. Il tutto è dovuto alle condizione idrogeologiche del lago di Garda con il livello dell’acqua fermo a solo 52 centimetri sopra lo zero idrometrico di Peschiera. Un lago tremendamente basso tanto che solo una volta negli ultimi cinquant’anni si è registrata una situazione ben più preoccupante. E precisamente nel marzo del 1953 con il più grande bacino d’Italia attestato a più 45. Un’inizio di primavera con grande apprensione fu anche quella del 1989 (»53) e l’anno successivo con il Garda stabile a più cinquantanove. Situazione, seppur di poco, migliore dei giorni nostri come dimostra la decisione presa da Massimo Lorenzi, presidente del Consorzio del Mincio, insieme agli altri direttori dei quattro consorzi associati (Colli Morenici, Alta Media Pianura, Fossa di Pozzolo, Sud Ovest) di posticipare la stagione irrigua. Scelta assunta al termine di una riunione straordinaria tenuta a Mantova e determinata anche dalla diminuzione delle temperature verificatasi negli ultimi giorni, aspetto che di certo non favorisce l’irrigazione. «Nelle ultime notti la colonnina di mercurio è rimasta vicina allo zero. Il rischio di ghiacciate non è pertanto remoto, fanno sapere dal consorzio, dove non si nasconde la preoccupazione per una siccità che stante le previsioni del tempo è destinata a durare ancora a lungo. Non possiamo d’altronde nemmeno contare sulle riserve di neve delle montagne trentine dove di sicuro non rilasciano acqua nel Garda prima di aver colmi i loro invasi». Al fine di salvaguardare le risorse idriche e nella speranze di veder le nuvole gonfiarsi d’acqua è stato quindi scelto al momento il male minore posticipando l’inizio delle derivazioni irrigue dallo sbarramento di Salionze. Il tutto con l’avallo dello stesso ingegnere Gaetano Quarta, capo del Nucleo operativo del Magistrato alle acqua di Mantova responsabile della diga che regola i deflussi del Garda nel Mincio. «Verso la fine della settima prossima la commissione tornerà a riunirsi, fanno sapere dal Consorzio, per valutare le opportune azioni da intraprendere sulla base delle nuove condizioni idroclimatiche». Una situazione allarmante mentre giorno dopo giorno aumenta la tensione tra gli agricoltori mantovani che hanno già richiesto ai consorzi il rilascio dell’acqua per irrigare i prati. A forte rischio la semina già effettuata senza dimenticare che a fine aprile si metterà a dimora il riso che richiede molta acqua. «Al momento dalla diga di Salionze fuoriescono dieci metri cubi d’acqua al secondo, in pratica il minimo consentito», spiega Pierlucio Ceresa della Comunità del Garda organismo che coordina e promuove in un quadro unitario la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo del bacino del Garda. «Forse una politica più razionale dei deflussi d’acqua dal Garda durante l’inverno avrebbe evitato questa situazione di grave pericolo per l’agricoltura mantovana», conclude Ceresa non senza una punta di polemica nei confronti della Commissione per la regolazione dei livelli del lago di Garda istituita dall’Autorità di Bacino del fiume Po. Organismo che non contempla alcun rappresentante dell’Ente comunitario di Gardone. «La nostra Commissione al momento è nella fase dei suggerimenti, dell’analisi dell’esistente. Noi abbiamo solo proposto dei limiti massimi e minini di fuoriuscita d’acqua dalla diga di Salionze ancora di stretta competenza dall’ingegner Quarta», ribatte il senatore Umberto Chincarini. «La verità purtroppo è una sola: non piove».

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