martedì, Maggio 14, 2024
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Eseguiti su un paziente veronese di 72 anni un’angiotac tridimensionale l’intervento con anestesia locale

L’aneurisma dell’aorta si batte con la protesi su misura

L’équipe di chirurgia vascolare della Pederzoli ha effettuato un intervento di chirurgia endovascolare in cui è stata impiantata, per la prima volta in Veneto, una endoprotesi aortica cosiddetta fenestrata. L’intervento è stato effettuato alcune settimane or sono, ma la notizia arriva solo dopo i primi controlli sul paziente: un uomo di 72 anni, della provincia di Verona, affetto da un aneurisma dell’aorta addominale che interessava anche le arterie renali.«Proprio la posizione dell’aneurisma, che coinvolgeva anche il punto di origine delle arterie renali, ha offerto l’indicazione per l’utilizzo di questa protesi», spiega Marcello Lino, il chirurgo responsabile, che ha eseguito l’intervento insieme ai Bruno Migliora e Mattia Mirandola e con la consulenza del professor Giancarlo Mansueto, angiografista dell’istituto di radiologia dell’Università di Verona.«Intervenire chirurgicamente sugli aneurismi è usuale», spiega il dottor Lino, «quando però l’aneurisma dell’aorta coinvolge l’inserzione delle arterie renali, l’intervento risulta più complesso: il chirurgo deve fissare la protesi sull’aorta sana, appena sopra l’origine delle renali; quindi procedere inserendo anche queste nella stessa protesi. Ciò significa tempi più lunghi e maggiori rischi». La metodica endovascolare con protesi fenestrata riduce i problemi.«Questo termine indica una protesi fatta su misura del paziente. Questi», spiega il chirurgo della Pederzoli, «viene sottoposto ad una angiotac di ultima generazione con ricostruzione tridimensionale dell’aorta. Sulla base dell’immagine vengono individuati i punti di origine delle arterie renali rispetto all’aorta addominale e quindi viene realizzata una protesi che ricalca anche le inserzioni di questi due importanti vasi».L’intervento viene eseguito in una sala angiografica attrezzata per la chirurgia endovascolare. «Al paziente viene somministrata solo una sedazione e quindi si elimina anche il rischio anestesiologico. L’operazione richiede un paio di ore».L’avvento della protesi fenestrata sulla scena della chirurgia endovascolare risale a pochi anni fa. Le statistiche dicono che in tutto il mondo ne sono state impiantate sinora circa 2000, di cui un centinaio in Europa. Di queste, 20 sono state usate in Italia. Cifre che, al momento, penalizzano questa tecnica gravandola nei costi. «Un problema che ci auguriamo venga superato. Gli aneurismi dell’aorta addominale, infatti, sono caratterizzati da progressiva espansione del volume e, se non trattati, portano alla rottura della parete arteriosa: evento drammatico con elevata mortalità. La patologia va dunque affrontata chirurgicamente», conclude il dottor Lino, «e farlo con il minor rischio possibile per il paziente non può che essere il futuro».

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