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Conferenza del professor Pierluigi Baima Bollone (che si ripete oggi alle 11 a Desenzano) sulla sacra reliquia «Altri accertamenti confermano l’autenticità della Sindone»

L’ostensione della Sindone

«L’esame con radiocarbonio non è attendibile. Anzi è un imbroglio e sfido chi si ritiene menomato da questa mia affermazione a darmi querela. In realtà, la Sindone era ben conosciuta secoli prima del 1290, anno in cui viene datato, con radiocarbonio, il sacro lino. La conferma arriva da miniature della biblioteca ungherese di Budapest e da monete di Giustiniano II. Ma c’è un altro motivo decisivo per ritenere che la Sindone sia quella che si pensa possa essere. Ed è la presenza di due monete, rilevate una all’interno dell’orbita dell’occhio destro e l’altra un po’ più spostata. Sono monetine di Tiberio Cesare, coniate da Ponzio Pilato nell’anno 16. Due monete differenti ma dello stesso anno che corrispondono al 30 a.C. E Gesù sarebbe morto proprio il 7 aprile dell’anno 30». Così il prof. Pierluigi Baima Bollone ha concluso, nel tardo pomeriggio di ieri, nella sala delle conferenze del Grand Hotel Terme, la sua relazione sulla Sindone. L’incontro (si ripete questa mattina alle 11 a Desenzano, a Palazzo del Turismo) era stato organizzato dal Lions Club Sirmione, presieduto da Antonio Crescini. Il prof. Baima Bollone, prima di dare il via alla sua applauditissima relazione, ha anche confermato come le recentissime notizie sugli accertamenti effettuati sul sacro lino non possono che confermarne l’autenticità. «È vero sono stati fatti ulteriore accertamenti per appurare cosa c’era sull’altro lato del lino. Si è riusciti ad inserire uno scanner fra il lino e la tela d’Olanda messa di supporto nel 1534 dalle suore. Sul retro non ci sono immagini – conferma il prof. Bollone -. La tela fu dunque attaccata dal verso giusto. Non ci sono nemmeno tracce di sangue (se non qualcosa di estremamente piccolissimo). Insomma l’immagine non è stata ottenuta stendendo il lino su una statua riscaldata. Sono queste le due ulteriori conferme dell’autenticità del sacro telo». Il prof. Baima Bollone, 64 anni, torinese, medico chirurgo, si interessa da oltre 25 anni delle tracce della vita di Gesù. È, fra l’altro, direttore del Centro internazionale di Sindonologia. Nella conferenza di ieri, avvalendosi di 80 diapositive, ha spiegato tutte le vicende della Sindone, un lenzuolo di 437 per 110 centimetri, che è risultato impregnato di molti pollini. «Non è un falso – ha sostenuto il relatore -. Fra i tanti motivi c’è la presenza della terza dimensione che hanno soltanto le fotografie astronomiche che un falsario del 1300, come vorrebbe la datazione al radiocarbonio, non avrebbe mai potuto nemmeno immaginare. Il lino avvolse un uomo di circa 70-80 chili. Da dove viene? Si sa che la Sindone – ha spiegato il relatore – scomparve nel 1204. Forse è finita nelle mani dei templari per riapparire 250 anni dopo, nel 1454 in custodia ai Savoia, che la trasferirono a Torino nel 1578, dove è sempre rimasta». Sulla sua autenticità il prof. Bollone non ha dubbi. E bolla come un falso la datazione al radiocarbonio effettuata nel 1988 su un piccolissimo campione di tela, che attribuì al lino un’origine compresa fra il 1290 e il 1360. L’oratore ha poi mostrato anche i disegni sindonici del primo manoscritto della biblioteca di Budapest che risale al 1190, dunque molto prima dei disegni di Madrid del 944 e le monete di Giustiniano II.

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