martedì, Dicembre 5, 2023
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«Pronti a comprare la base militare»

Anche Cavaion chiede che l’area mil­itare del suo ter­ri­to­rio pos­sa essere resti­tui­ta al Comune, così da ampli­are il del monte San Michele. La vicen­da del­la chiusura del­la base Nato sot­to il monte Moscal, ad Affi, coin­volge infat­ti molto da vici­no anche Cavaion.La base di Affi, di oltre 26 mila metri qua­drati, si estende dalle vis­cere alla vet­ta del monte Moscal. Dal­la som­mità del monte, in lin­ea d’aria a 500 metri, spec­u­lar­mente si tro­va il monte San Michele, che ricade in ter­ri­to­rio cavaionese. Sopra a quest’ul­ti­mo c’è un’al­tra impor­tante zona mil­itare, che occu­pa cen­tomi­la metri qua­drati, di pro­pri­età del min­is­tero del­la Difesa.Sull’area si trovano un edi­fi­cio ad uso mil­itare e una stazione radar, real­iz­za­ti per affi­an­care l’aere­o­por­to mil­itare di Vil­lafran­ca, in quan­to base radar di sup­por­to all’avi­azione mil­itare. Questo sito è sta­to instal­la­to negli anni ses­san­ta, nel­lo stes­so peri­o­do nel quale è sta­to costru­ito il bunker del­la Nato sot­to il monte Moscal. Tes­ti­mo­ni­anze riferiscono anche di uno sca­vo di col­lega­men­to dal ripeti­tore del monte San Michele alla base Nato, ma questo è un dato incer­to, avvolto nel top-secret.L’affiancamento e il sup­por­to alla base di Affi è intu­ibile: sono state costru­ite assieme, uno di fronte all’al­tra, se da un lato c’era il coman­do di guer­ra sot­ter­ra­neo, dal­l’al­tro si tro­va una stazione di ril­e­va­men­to. Ora il Comune si chiede se anche la zona mil­itare che ricade sul suo ter­ri­to­rio sia des­ti­na­ta a seguire le orme di quel­la di Affi: se Affi non è più di inter­esse nel­lo scac­chiere difen­si­vo e viene resti­tu­ito allo Sta­to, potrebbe essere plau­si­bile un’ipote­si di dis­mis­sione anche di ques­ta zona nel prossi­mo futuro, sebbene le carte deposi­tate in munici­pio pos­sano far pen­sare l’op­pos­to. Ogni cinque anni, infat­ti, la in rap­p­re­sen­tan­za del min­is­tero del­la Dife­sa chiede al Comune di Cavaion il rin­no­vo delle servitù mil­i­tari. L’ul­ti­ma è data­ta 2006, quin­di ter­mi­na nel 2011. L’area vin­co­la­ta per la servitù mil­itare attual­mente si estende su metà del­l’in­tera super­fi­cie occu­pa­ta. Fino a 15 anni fa però ques­ta servitù si esten­de­va fino al cen­tro stori­co del paese, poi è sta­ta ridot­ta a 40 mila metri qua­drati sopra il monte. La recinzione del­la zona mil­itare ital­iana, com­pre­sa tra la stra­da comu­nale Cal­carara e Croce San Michele, si fer­ma a ridos­so del­l’area archeologica.«In ques­ta zona», spie­ga il sin­da­co Loren­zo Sar­tori, «c’è un impor­tante sito arche­o­logi­co, dove sono sta­ti ese­gui­ti numerosi scavi che saran­no ulti­mati con la real­iz­zazione di un par­co arche­o­logi­co. Purtrop­po abbi­amo dovu­to delim­itare gli scavi solo a una parte del sito, dove sono emer­si resti di un con­ven­to e di una chiesa, poiché l’area mil­itare bloc­ca l’indagine lim­itro­fa. La zona mil­itare è sicu­ra­mente inter­es­sa­ta dal­la pre­sen­za di edi­fi­ci stori­co-arche­o­logi­ci, per questo il Comune è inter­es­sato a con­tin­uare gli scavi anche in quel­l’area». «Se potes­si­mo avere a dis­po­sizione l’in­tera zona», con­tin­ua Sar­tori, «il sito arche­o­logi­co potrebbe essere enorme­mente este­so ed acquisirebbe grande ril­e­van­za. Siamo inter­es­sati even­tual­mente anche ad acquistare la pro­pri­età del­l’area dal min­is­tero del­la Difesa».Peraltro anche Cavaion, come Affi, sta viven­do la chiusura del­la base Nato come una lib­er­azione dal­la mil­i­ta­riz­zazione del ter­ri­to­rio. Per 40 anni la pre­sen­za di mil­i­tari amer­i­cani è sta­ta di casa, anco­ra oggi vi risiedono uffi­ciali Nato. Fino a pochi anni fa sul monte Ceriel, a ovest del monte San Michele, abita­va l’am­bas­ci­a­tore degli Sta­ti Uni­ti, a tes­ti­mo­ni­are l’im­por­tan­za che l’in­tera zona rives­ti­va nel­la dife­sa delle Forze Alleate, tan­t’è che la base di Affi era anche denom­i­na­ta West Star, la stel­la d’oc­ci­dente.

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