sabato, Aprile 27, 2024
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Il sindaco ipotizza che anche l’area radar dell’esercito installata sul monte San Michele possa presto essere dismessa. Sartori: «Diventerà sito archeologico»

«Pronti a comprare la base militare»

Anche Cavaion chiede che l’area militare del suo territorio possa essere restituita al Comune, così da ampliare il parco archeologico del monte San Michele. La vicenda della chiusura della base Nato sotto il monte Moscal, ad Affi, coinvolge infatti molto da vicino anche Cavaion.La base di Affi, di oltre 26 mila metri quadrati, si estende dalle viscere alla vetta del monte Moscal. Dalla sommità del monte, in linea d’aria a 500 metri, specularmente si trova il monte San Michele, che ricade in territorio cavaionese. Sopra a quest’ultimo c’è un’altra importante zona militare, che occupa centomila metri quadrati, di proprietà del ministero della Difesa.Sull’area si trovano un edificio ad uso militare e una stazione radar, realizzati per affiancare l’aereoporto militare di Villafranca, in quanto base radar di supporto all’aviazione militare. Questo sito è stato installato negli anni sessanta, nello stesso periodo nel quale è stato costruito il bunker della Nato sotto il monte Moscal. Testimonianze riferiscono anche di uno scavo di collegamento dal ripetitore del monte San Michele alla base Nato, ma questo è un dato incerto, avvolto nel top-secret.L’affiancamento e il supporto alla base di Affi è intuibile: sono state costruite assieme, uno di fronte all’altra, se da un lato c’era il comando di guerra sotterraneo, dall’altro si trova una stazione di rilevamento. Ora il Comune si chiede se anche la zona militare che ricade sul suo territorio sia destinata a seguire le orme di quella di Affi: se Affi non è più di interesse nello scacchiere difensivo e viene restituito allo Stato, potrebbe essere plausibile un’ipotesi di dismissione anche di questa zona nel prossimo futuro, sebbene le carte depositate in municipio possano far pensare l’opposto. Ogni cinque anni, infatti, la Regione Veneto in rappresentanza del ministero della Difesa chiede al Comune di Cavaion il rinnovo delle servitù militari. L’ultima è datata 2006, quindi termina nel 2011. L’area vincolata per la servitù militare attualmente si estende su metà dell’intera superficie occupata. Fino a 15 anni fa però questa servitù si estendeva fino al centro storico del paese, poi è stata ridotta a 40 mila metri quadrati sopra il monte. La recinzione della zona militare italiana, compresa tra la strada comunale Calcarara e Croce San Michele, si ferma a ridosso dell’area archeologica.«In questa zona», spiega il sindaco Lorenzo Sartori, «c’è un importante sito archeologico, dove sono stati eseguiti numerosi scavi che saranno ultimati con la realizzazione di un parco archeologico. Purtroppo abbiamo dovuto delimitare gli scavi solo a una parte del sito, dove sono emersi resti di un convento e di una chiesa, poiché l’area militare blocca l’indagine limitrofa. La zona militare è sicuramente interessata dalla presenza di edifici storico-archeologici, per questo il Comune è interessato a continuare gli scavi anche in quell’area». «Se potessimo avere a disposizione l’intera zona», continua Sartori, «il sito archeologico potrebbe essere enormemente esteso ed acquisirebbe grande rilevanza. Siamo interessati eventualmente anche ad acquistare la proprietà dell’area dal ministero della Difesa».Peraltro anche Cavaion, come Affi, sta vivendo la chiusura della base Nato come una liberazione dalla militarizzazione del territorio. Per 40 anni la presenza di militari americani è stata di casa, ancora oggi vi risiedono ufficiali Nato. Fino a pochi anni fa sul monte Ceriel, a ovest del monte San Michele, abitava l’ambasciatore degli Stati Uniti, a testimoniare l’importanza che l’intera zona rivestiva nella difesa delle Forze Alleate, tant’è che la base di Affi era anche denominata West Star, la stella d’occidente.

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