«Stiamo facendo le apposite verifiche, se saranno riscontrate irregolarità procederemo come da legge». Damiano Cappellari, responsabile del corpo di polizia municipale della Provincia, per tutto il pomeriggio non si è sbilanciato. «Prima di emettere sentenze», ha continuato a spiegare, «è necessario capire cosa sia effettivamente successo e, in modo particolare, se quei turisti avevano i permessi per poter pescare nel Garda. Se non li hanno, sono colpevoli di un atto abusivo. Se, oltre a questo, trovassimo conferme anche per le modalità con cui è stato catturato il pesce (per caricarlo sul canotto, sarebbe stato tramortito con colpi alla testa, ndr ), allora potrebbero esserci gli estremi per andare oltre alla semplice sanzione». Tutta la giornata a ripetere con prudenza che «gli accertamenti sono in corso, che ricostruire a posteriori la vicenda non è facile, che stiamo cercando di raccogliere più dati possibili per fare chiarezza» e che «comunque, sia chiaro, anche senza canne o strumenti simili, si tratta di pesca illeggittima – perché in assenza di licenza – anche quella realizzata solo con le mani». Poi, ieri sera, dopo che la trota era già stata venduta al titolare del ristorante «La Loggia» che voleva imbalsamarla – i tre pescatori avevano addirittura avviato una sorta di asta per cederlo al miglior offerente – è arrivato il fermo degli agenti provinciali: pesca illegittima. La sentenza, alla fine, in tarda serata è confermata anche da Cappellari: «Sì, è vero, i miei agenti sono ancora a Bardolino, hanno sequestrato il pesce». E multato i turisti? «Hanno fatto ciò che prevede la normativa». Quindi sì: hanno multato per 100 euro i pescatori-novelli che pensavano di avere vinto al lotto. «Le guardie», riprende il dirigente, «hanno verificato che non possedevano alcun permesso, quindi che si sono resi colpevoli di un atto abusivo, di pesca illegale. La legge, in questi casi, parla chiaro: sequestro amministrativo del pesce e, come secondo passaggio, confisca automatica». E poi? «La trota resterà alla Provincia» – smorza così sul nascere ogni possibile ipotesi, subito circolata al ristorante, di fare ricorso per tornare in possesso del pesce -, «la imbalsameremo e la terremo come esemplare raro, viste le dimensioni e il peso».
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La provincia
«Quei turisti non avevano la licenza»
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