Altre quindici famiglie di Limone sono state evacuate ieri dalle rispettive abitazioni, nel centro della parte vecchia del paese. Vanno ad aggiungersi alla cinquantina di nuclei famigliari che le avevano precedute mercoledì mattina dopo l’ordinanza del sindaco, Franceschino Risatti, che disponeva la chiusura di parte del paese.LA MINACCIA che incombe sulle case del centro è costituita da due massi (uno di 700 metri cubi e l’altro di una cinquantina), appoggiati alle pendici del monte Mughera, che domina il piccolo ma importante centro turistico altogardesano. I massi si trovano ad una quota di circa 300 metri sul lago.L’ulteriore sgombero di ieri, che porta a quasi 200 il totale dei limonesi costretti ad abbandonare la propria casa, è stato deciso dal sindaco in seguito ad alcune simulazioni che sono state effettuate ieri. I risultati hanno mostrato che la zona da considerare a rischio è più ampia di quella inizialmente identificata. Di conseguenza, altre case, poco più a sud di quelle già liberate, hanno seguito la stessa sorte.In un primo momento era stata interessata la fetta di paese compresa tra l’albergo Azzurro (di fronte all’imbarcadero) e il vecchio municipio, posto al termine del lungolago. Adesso il cerchio si è allargato.SI LAVORA nel frattempo: è già iniziata l’opera per mettere in sicurezza il primo dei due massi, quello di una cinquantina di metri cubi che attualmente appare come il più pericoloso. I lavori preliminari consistono nella perforazione di roccia «sana» alla quale dovrà essere ancorato il masso che minaccia l’abitato. Dopo la perforazione si procederà a una gettata in cemento che garantirà la solidità dell’ancoraggio e vi saranno fissati tiranti in acciaio.Quindi, il macigno verrà ingabbiato in una rete, al di sopra della quale verranno stese catene, trattenute da anelli di una ventina di centimetri di diametro, che formeranno una seconda rete di protezione e garantiranno ulteriore sicurezza.IL PAESE SI È FERMATO, intanto. La vita appare senz’altro diversa e Limone non presenta l’aspetto allegro che marcava il paese fino a pochi giorni fa.C’è da dire che la gente affronta il disagio stoicamente, consapevole che non vi siano alternative, e che la situazione non possa essere sottovalutata.Il Comune ha provveduto a garantire ai cittadini il servizio di sorveglianza della parte sgomberata del centro. Fino alla mezzanotte è in servizio la polizia locale e poi entrano in azione le guardie giurate.Altro problema da affrontare è costituito dagli approvvigionamenti, visto che nella piazzetta sgomberata ci sono sia un negozio di generi alimentari che una tabaccheria con annessa rivendita di giornali. La strada per raggiungerli è stata protetta con un tunnel in tubolari, coperto, che consente il transito e permette l’operatività dei due negozi, almeno in mattinata.
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Più ampia del previsto l’area minacciata dai massi. Mentre si studiano i rimedi, il sindaco fa allontanare altri residenti. Negozi aperti solo al mattino