Il «vicus», ovvero il centro abitato d’epoca romana; il selciato della via Gallica; il muro che delimita la darsena (lo spazio acqueo creato in epoca medievale o di poco successiva, per separare nel paese la parte militare della Rocca da quella civica). Gli scavi in corso in piazza d’Armi, nel cuore del centro storico, chiesti dall’amministrazione come indagine preventiva per valutare un progetto di riorganizzazione della piazza, portano alla luce uno scenario architettonico pressoché intatto. «È questo l’aspetto più eclatante dei ritrovamenti», commenta Brunella Bruno, che segue il cantiere, affidato allo Studio di archeologia Meloni di Padova per conto della Soprintendenza archeologica. «Ci siamo mossi sulla base di indicazioni cartografiche e storiche che indicavano la presenza sia del vicus romano, di cui esiste un’altra testimonianza di fianco alla chiesa di San Martino, che del muro che delimitava il canale e che era utilizzato come banchina, attracco delle barche». «Ma il dato veramente sorprendente è lo stato di conservazione di questi manufatti: dell’abitato romano intravediamo le creste e i livelli superficiali delle strutture; c’è la via Gallica, stratificata in più fasi e sostanzialmente intatta». «Questa strada», continua la dottoressa Bruno, «proseguiva attraverso la Rocca e poi sul ponte Belgioioso; è stata presumibilmente distrutta e interrotta in epoca medievale dai lavori per la realizzazione della sponda muraria del canale che separava la parte militare da quella civica dell’abitato di Peschiera». Anche questo muro si presenta ottimamente conservato e la Bruno definisce il manufatto «una magnifica opera in ciotoli che vogliamo vedere dove va a finire». «Tutto il patrimonio archeologico individuato necessita di essere studiato e documentato; questo indipendentemente da quanto sarà deciso per la piazza, il cui progetto urbanistico non potrà che essere condiviso tra l’amministrazione comunale e le Soprintendenze archeologica e ai Beni architettonici». La responsabile dei lavori non si esprime nemmeno sul destino dei reperti. «Sarà uno degli ultimi aspetti ad essere presi in esame. Per adesso possiamo dire che l’indagine continuerà, ovviamente concordata con l’amministrazione e compatibilmente con le esigenze viabilistiche dell’area». Piazza d’Armi è oggi è un parcheggio e vi transitano le auto in uscita dal centro storico. Oltre a quello che sta emergendo di sotterraneo, sui suoi lati si affacciano: la caserma XXX maggio, ospedale dell’epoca austriaca utilizzato sino a pochi anni fa come carcere militare; il compendio della caserma La Rocca, che racchiude l’omonimo manufatto dove soggiornò anche Dante Alighieri che per questo cita Peschiera «bello e forte arnese» nella sua Commedia; la chiesa parrocchiale dedicata a San Martino vescovo; l’edificio che fino a due anni fa ha ospitato le elementari. Non è un’esagerazione affermare che questa piazza racchiude in sé testimonianze architettoniche e storiche degli ultimi mille anni. L’amministrazione comunale ha deciso di dare una probabilmente definitiva destinazione urbanistica alla piazza; tra le ipotesi anche quella di una riqualificazione abbinata alla realizzazione di un parcheggio multipiano sotterraneo. In quest’ottica e in tale fase pre-progettuale la stessa amministrazione ha chiesto alla Soprintendenza di effettuare l’indagine. «Un’indagine di cui attendiamo fiduciosi le valutazioni», commenta il sindaco umberto chincarini, «dico fiduciosi perché dopo molto tempo abbiamo trovato in Soprintendenza persone con cui si è instaurato uno straordinario rapporto di collaborazione. Quelle che dovremo adottare per piazza d’Armi saranno sicuramente scelte complicate; ci conforta sapere di poter contare sulla loro assistenza tecnica e professionale».