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Il direttore lancia alcune proposte. Soluzione? L’archivio comunale al Torcolo

Sempre più reperti. Museo troppo piccolo

Ad ogni anno che passa, Cavaion si conferma un territorio estremamente interessante dal punto di vista archeologico per la ricchezza di insediamenti che vanno dall’età del bronzo fino al tardo medioevo. Dopo i ritrovamenti della necropoli romana di Bossema nel 1993, l’ultimo rinvenimento risale all’autunno scorso in uno scavo presso la chiesetta di Santa Croce, conosciuta popolarmente come «cesèta de la léor» (chiesetta della lepre), posta fra Villa ed il confine con Bardolino: una sepoltura che ha messo in luce uno scheletro avvolto in un sudario, datato tra il V e l’VIII secolo. Lo scavo archeologico cui hanno partecipato numerosi universitari italiani, tedeschi e spagnoli, è stato finanziato dal comune di Cavaion e diretto dal professor Gian Pietro Brogiolo dell’Università di Padova. «Oltre allo scheletro, nella chiesetta sono stati rinvenuti anche un’epigrafe romana e sei strati di pavimentazione che testimoniano l’edificazione della chiesetta su di una precedente villa romana, di cui sono stati riutilizzati in parte mattoni e pezzi di colonne», spiega il segretario comunale Gianni Tamà, appassionato di archeologia. Il rinvenimento è stato reso possibile in base alla redazione di una carta archeologica del territorio di Cavaion, realizzata nel 1998 da Brogiolo e dai suoi collaboratori, utilizzando anche foto aeree oltre a rilievi e studi archivistici. Il direttore del museo archeologico di Cavaion Mario Parolotti, soddisfatto di quest’ultimo ritrovamento, tiene però a sottolineare come tutti questi nuovi reperti e quelli che potranno venir trovati in futuro anche in altri scavi e siti archeologici, facciano fatica a trovare posto nell’attuale Museo, inaugurato nel 1990, che si deve accontentare di quattro sale già colme di oggetti esposti, collocate nel piano interrato del Municipio. «È ormai necessario», dice Parolotti, «ampliare il museo per ospitare nuove esposizioni e materiali che abbiamo in deposito in casse, tramite lo spostamento dell’archivio comunale, che ora occupa una sala annessa al Museo, nell’edificio ristrutturato del Torcolo, come ha proposto il segretario Tamà». L’amministrazione comunale ha deciso per ora di effettuare il primo passo spostando l’archivio assieme alla Biblioteca nel palazzo del Torcolo, recentemente restaurato e per far questo, nei primi mesi del 2002 si avvarrà anche di un obiettore di coscienza appena entrato in servizio.

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