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Cresce l’emergenza: Sebino ed Eridio vicini allo zero, il Benaco può resistere fino ai primi di agosto Restano 170 milioni di metri cubi d’acqua: è allarme rosso

Siccità, i tre laghi sono in riserva

Nei tre grandi laghi bresciani resta una riserva disponibile di circa 170 milioni di metri cubi d’acqua. Se non pioverà, il Garda potrebbe raggiungere lo zero idrometrico nel giro di 25 giorni. Più critica la situazione del lago di Iseo, che ieri si trovava a un solo centimetro sopra lo zero idrometrico e, se il cielo non manderà acqua, le previsioni per agosto sono davvero preoccupanti: la superficie del Sebino potrebbe scendere sino a – 30 centimetri rispetto allo zero (limite toccato una ventina di volte negli ultimi settant’anni, anno nero il 1976). Di male in peggio se si misura il livello del terzo lago bresciano: l’Eridio. Dati non certo rassicuranti, anche perchè la superficie dei tre laghi negli ultimi giorni è scesa al ritmo di 1-2 centimetri al giorno. A lanciare l’allarme per il Benaco è Pierlucio Ceresa, segretario generale della Comunità del Garda: «La situazione è molto seria; il livello del lago domenica era fermo a 30 cm sopra lo zero idrometrico; adesso va un po’ meglio ma dobbiamo ringraziare la giornata nuvolosa che ha diminuito l’evaporazione. Basti pensare che gli altri anni il livello medio del lago, nello stesso periodo, si attestava sui 70 cm sopra lo zero». Due parole sullo zero idrometrico: è un livello convenzionale che non misura la profondità del lago – «come ha erroneamente interpretato un quotidiano tedesco anni addietro», chiarisce Ceresa – ma il livello oltre il quale l’acqua non riuscirebbe più a defluire naturalmente a valle tramite il suo emissario, il Mincio, e i due canali artificiali Seriola e Virgilio, poichè si annullerebbe quel dislivello che il lago mantiene rispetto alla valle (solitamente intorno al valore di 80-90 cm sopra lo zero idrometrico). Qualora si raggiungesse lo zero idrometrico si dovrebbe provvedere con idrovore o mezzi meccanici a pompare acqua nei canali affluenti per scongiurare il disastro del settore agricolo. Anche le misure straordinarie paventate dal presidente della Regione, Roberto Formigoni – abbassare il livello del lago pensando prioritariamente agli usi civili e all’agricoltura – può essere valida solo per alcune settimane. La situazione attuale è dovuta alla siccità anticipata, ma anche alle poche precipitazioni primaverili. Morale: dal Garda ieri uscivano 68 metri cubi al secondo d’acqua (quasi 6 milioni di metri cubi al giorno) ma gli afflussi al lago erano di appena 44 metri cubi/sec. Quanta acqua rimane per usi agricoli e civili? Calcolando che la superficie del Garda è di 370 chilometri quadrati e ogni centimetro di lago corrisponde a 3 milioni e 700 mila mq d’acqua, rimangono a disposizione 148 milioni di metri cubi d’acqua (sufficienti quindi per altri 25 giorni): una quantità destinata a scendere con la costante diminuzione del livello del lago (che, ricordiamo, cala di 1-2 centimetri al giorno). Mancano all’appello 40 centimetri di lago rispetto al luglio scorso, ha ricordato Ceresa. «Ad aprile il livello era di 130 centimetri: abbiamo perso circa un metro in due mesi. Che fare? Tutte le autorità competenti (politici, operatori del settore turistico ed agricolo) dovrebbero riunirsi intorno a un tavolo e discutere seriamente il problema», ricorda Ceresa. Sotto la soglia dei 30 cm insorgerebbero seri problemi anche per la navigazione. L’Aip (Autorità Interregionale per il Po, con sede a Mantova) mette un freno al pessimismo galoppante nella nostra provincia: «Il limite minimo raggiunto dal Garda è stato di 30 cm nel 1993 – spiega l’ingegner Giuseppe Giangrasso -; non pensiamo si scenda sotto questa soglia. Si tenga presente che nel mese di giugno è stata erogata una quantità d’acqua superiore alla media, per contrastare le carenze in agricoltura, ma questa quantità è destinata a diminuire». Dal Benaco al Sebino la situazione peggiora ulteriormente: è stato quasi raggiunto lo zero idrometrico (ieri 1,3 cm). Lo scarico nell’Oglio ieri era di 68 metri cubi al secondo contro una media di 80. «Ma il lago di Iseo può raggiungere il livello minimo di 30 cm sotto lo zero idrometrico – spiega Massimo Buizza, direttore del Consorzio dell’Oglio -, livello che si potrebbe raggiungere già a fine luglio se non mutano le condizioni climatiche. Dopodichè… ci aiuti il cielo». Il Sebino ha una superficie di 61 chilometri quadrati: ogni centimetro di lago equivale a 6 milioni e 100 mila metri cubi d’acqua. Restano 30 centimetri di lago e quindi la riserva è di poco più di 18 milioni di metri cubi d’acqua. Se l’erogazione dovesse continuare al ritmo di 68 metri cubi al secondo, non si arriverebbe di certo a fine mese. C’è comunque da dire che il periodo di maggior necessità idrica per le colture (mais su tutte) dovrebbe terminare verso fine mese, considerando l’estate anticipata che ha accelerato i tempi di maturazione dei seminati. Resta un’unica soluzione, spiega Buizza: «Che l’Enel, proprietaria dei bacini idrici a monte del Sebino (Adamello), utilizzati per alimentare le centrali idroelettriche, elargisca acqua, visto che il Consorzio di utenze di pianura è in credito nei confronti dell’azienda elettrica di ben 26 milioni di metri cubi di acqua». Esistono infatti precise convenzioni che impongono, ai produttori di energia, di fornire acqua in caso di calamità naturali quali la siccità. Il terzo lago bresciano, l’Eridio, non gode di salute migliore: fermo attualmente a 364, 97 metri sul livello del mare, se scendesse di altri 22 centimetri raggiungerebbe lo zero idrometrico entro sei giorni, in assenza di piogge. Attualmente entrano nel lago 18 metri cubi al secondo ma ne escono 28, ovvero 2 milioni circa al giorno. La riserva ammonta a circa 2 milioni di metri cubi d’acqua. «Non siamo disposti ad andare oltre – ammette Raffaele Rizza, assessore competente della Comunità montana della Valle Sabbia – abbiamo mantenuto gli impegni di erogazione sino ad oggi; ora tocca ad altri fare qualche sforzo». A rimetterci infatti sarebbe il settore turistico, ma si salverebbe parte di quello agricolo.

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