«Si è trattato di un caso fortuito, probabilmente condito da qualche equivoco. Ma dare tutta questa enfasi al fatto mi pare spropositato. Per quanto ci riguarda, abbiamo presentato le nostre scuse». Battista Martinelli torna in questo modo, con l’evidente tentativo di sdrammatizzare, sul caso del giovane vigile, in servizio temporaneo a Limone sul Garda, che l’altra sera avrebbe apostrofato un automobilista che gli chiedeva informazioni. Teatro dell’episodio: l’incrocio all’imbocco di Limone, in ore convulse, con il consueto intenso viavai che si verifica nelle occasioni in cui ci sono la folla dei giovani, che raggiunge il paese per ballare nei beach party, e un nugolo di turisti attratti dai fuochi d’artificio. L’automobilista – Andrea Peroni, consigliere comunale di Riva del Garda – c’è rimasto male, ha informato della vicenda i giornali trentini e Bresciaoggi, che ha pubblicato la protesta nella rubrica «Lettere al direttore» il 26 luglio. Nel racconto Peroni parla di insulti e minacce di multa da parte del vigile, che avrebbe risposto in questo modo inconsueto alla sua richiesta di informazioni. Neppure nel successivo incontro, a macchina finalmente parcheggiata – scriveva Peroni – il vigile avrebbe fornito spiegazioni sul proprio atteggiamento, rifiutando di fornire le proprie generalità o un codice di riconoscimento. La polemica è montata «in seguito all’uscita di un quotidiano trentino nel quale non figuravano alcune pagine di cronaca di Riva e Arco, nelle quali si ospitano solitamente anche i temi riferiti a Limone e tra i quali sarebbe verosimilmente apparsa la vicenda tra l’automobilista e il vigile. L’accusa che ci è stata rivolta – prosegue Martinelli – è stata quella di cercare di interferire sulla stampa. La verità, invece, ce l’ha raccontata il capo redattore di quel giornale, che ha affermato che, nell’edizione in questione, i primi esemplari (alcune migliaia di copie) erano usciti senza le pagina del basso Trentino». Martinelli, che ha fotocopiato la lettera del caporedattore del quotidiano trentino e l’ha fatta affiggere nelle edicole del paese per dimostrare la propria buona fede, sostiene che la strada da seguire da parte di Peroni poteva essere un’altra: «Ad esempio poteva venire a protestare da me. Avremmo convocato il vigile per ricostruire la vicenda. Ad ogni buon conto abbiamo presentato le nostre scuse all’interessato per l’accaduto, anche se in certe circostanze bisogna capire anche la situazione di chi lavora». Al momento non pare che il sindaco prenderà provvedimenti nei confronti del giovane vigile, l’unico (sui 6 complessivi) che a Limone presta servizio a tempo determinato.
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Dopo la lettera pubblicata dal nostro giornale