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L’inaugurazione di una sala diviene occasione di rivendicazione: «Centro di riferimento? Solo a parole»

Ultimatum sull’ospedale«Risultati o è protesta»

«Entro dicembre sia preparata la delibera sull’ospedale con le dotazioni concordate per ortopedia, personale e poliambulatori». E ancora: «Risposte concrete dalla direzione della Ulss 22, altrimenti sarà una inaccettabile presa in giro che ci vedrà costretti di nuovo a scendere in campo, e non più a fare solo da pungolo». Sono le richieste, con un sapore di avvertimento, fatte nella nuova sala polifunzionale dell’ospedale di Malcesine, inaugurata e benedetta da monsignor Formenti, vicario del vescovo di Verona per il Garda. Il tradizionale appuntamento per gli auguri natalizi, organizzato dall’Associazione interregionale disabili motori, si è trasformato in un momento in cui sono stati fatti i conti sulla situazione dell’unica struttura pubblica della sponda veronese del lago.«Da marzo», ha ricordato il presidente Aidm, Roberto Bassi, «abbiamo ottenuto dal ministero il riconoscimento come Centro di riferimento nazionale per lo studio e la cura della poliomielite. Ma questo non è mai decollato, è rimasto solo sulla carta. Oggi mancano medici in ortopedia e in riabilitazione, infermieri e fisioterapisti». Poi il messaggio: «Grazie a disponibilità e concretezza dell’allora assessore Flavio Tosi abbiamo ottenuto questo riconoscimento. Anche con l’assessore Martini abbiamo un ottimo dialogo, e abbiamo già presentato e condiviso in ottobre il piano di rilancio della struttura, sottoscritto anche dai tre sindaci di Malcesine, Brenzone, Torri. Ora però basta: si passi dalle parole ai fatti. Entro la fine dell’anno si faccia la delibera regionale e si dia inizio a quanto pattuito», ha chiuso Bassi.Nella gremitissima sala dell’ospedale, a fianco a Bassi c’erano l’assessore Livio Concini per Malcesine, il sindaco di Brenzone, Giacomo Simonelli, e il consigliere di Torri con delega alla sanità, Fabio Raguzzi. Per l’Ulss 22, il direttore generale, Renato Piccoli, la dottoressa Carla De Beni, membro del suo staff, e il direttore dei servizi sociali, Michele Benamati. «Su Malcesine», ha ammesso Piccoli, «abbiamo sbagliato la strategia. Pensavamo alla sperimentazione gestionale e poi abbiamo virato, vista l’istituzione del Centro nazionale, sulla gestione diretta. Stiamo lavorando per rendere effettivo questo Centro e la Regione sta valutando il piano di disabili e sindaci. Vedrete che l’assessore Martini manterrà gli impegni». Poi però ha precisato: «Finora abbiamo garantito la sopravvivenza della struttura con i servizi attuali. È poco, me ne rendo conto, ma non posso assumermi altri impegni perchè il mio mandato scade tra 20 giorni».Il discorso non è piaciuto affatto nè a Concini, nè al sindaco di Brenzone, né a Raguzzi. «In 20 giorni alcune carte si possono sistemare», ha tuonato Concini, «come la richiesta di consulenza di un diabetologo, visto che Caprino l’ospedale è stato chiuso. Lo chiediamo da un anno ma l’Ulss non ha fatto niente. Abbiamo chiesto una ambulanza e ci è stato rifilato un residuato bellico, inaffidabile. Ora basta, si parta dalle piccole cose che dipendono dall’Ulss e si arrivi subito alla delibera regionale, concordata con Aidm e sindaci. Lo capite che il primo ospedale per noi è a 50 chilometri e non garantiamo sanità ai nostri cittadini?».Simonelli ha aggiunto: «Se non si rilancia l’ospedale, mancano risposte concrete. La situazione inoltre non invoglia medici e paramedici a venire a lavorare qui, e questo ci danneggia. Da tre anni aspettiamo pazientemente, ma ora basta». Dal palco dei relatori non è mai stato detto direttamente. Ma poi è Bassi a confermare: «Se entro la fine dell’anno non vedremo la delibera», dice, «siamo pronti a scendere in campo con manifestazioni clamorose. Avremo al nostro fianco i sindaci e il territorio. Ma chiederemo anche a Flavio Tosi di unirsi a noi con la fascia tricolore. Lui, da assessore, ci aveva molto aiutato e la Martini sta seguendo le sue orme. Se però dal comparto Sanità della Regione vorranno rallentarci o bloccarci ancora, il 2008 si aprirà con la protesta sotto le case di ciascuno di loro, non con manifestazioni generiche».

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