Non è esatto che la giunta rivana abbia accolto con sollievo la proposta di aprire un concorso di idee per risolvere l’annoso e spinoso problema delle chiusure dei portici di piazza Tre Novembre. Lo afferma l’assessore Pietro Matteotti che precisa le circostanze in cui è maturata la decisione della giunta. Come si ricorderà il Comune aveva fatto ricorso al Tar contro la provincia, dopo la bocciatura da parte dei Beni culturali del progetto Winkler-Campetti, sponsorizzato dal comune stesso e valutato positivamente, in un primo tempo, anche dal responsabile provinciale, ingegner Carlini. Prima di decidere nel merito, il tribunale aveva ritenuto di chiedere una consulenza ad un esperto di fama nazionale. Quest’ultimo s’è ben guardato dal dichiarare che la soluzione progettata (cristalli senza alcun contorno, direttamente fissati nella pietra grigia delle arcate) era compatibile con la dignità storica ed artistica degli archi cinquecenteschi, ed ha suggerito di bandire un concorso su scala nazionale per trovare la migliore delle soluzioni. L’avvocato del comune, Mauro Vecchietti, ha avanzato il sospetto che il pronunciamento dell’esperto potesse preludere ad una sentenza contraria al comune, tanto più che si registra una incomprensibile fretta di concludere da parte della controparte provinciale. In queste condizioni la decisione migliore, secondo la giunta, era quella di ritirare il ricorso e bandire il concorso: cosa che è stata deliberata in giunta. Che non ci sia entusiasmo da parte dell’esecutuivo è presto spiegato: fino ad oggi non c’è nessuna certezza che il futuro vincitore del concorso elabori una proposta che poi vada bene ai Beni culturali. Si rischia, in altri termini, di buttare via tempo e soldi. Intanto gli esercenti della piazza aspettano indicazioni sul tipo di chiusura promessa da tre anni.
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