martedì, Febbraio 18, 2025
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L’idea di alienare la canonica lascia perplessa la comunità. Soldi da Roma?. L’assemblea convocata da don Pasquini discute di vendite, prestiti e mutui

Un debito di quasi tre miliardi La parrocchia cerca soluzioni

Alienare la canonica ed edificarne una più piccola e moderna, accendere un mutuo importante, oppure attivare già da subito una serie di piccoli prestiti dai parrocchiani e dare corso al pagamento dei fornitori per saldare il debito della parrocchia. Queste sono le tre possibilità emerse venerdì sera al centro giovanile nell’affollata assemblea in cui don Alessandro Pasquini, neoparroco di Lazise, ha voluto incontrare le famiglie per esporre l’attività pastorale e annunciare ufficialmente la posizione debitoria della parrocchia dei santi Zenone e Martino a seguito dei grandi lavori di restauro della chiesa parrocchiale e di parte del teatro. Questi ultimi lavori sono sospesi. Il debito con i fornitori si aggira intorno ai 2.700 milioni, e la cosa comincia a preoccupare don Alessandro, che ha voluto dapprima interessare il vescovo Carraro e poi la gente di Lazise. E i parrocchiani hanno immediatamente avanzato diverse proposte. Non molto gradita la paventata vendita della canonica che, attualmente molto compromessa nelle sue strutture interne, potrebbe essere dichiarata di fatto inagibile. È una struttura grande e dispendiosa per la gestione parrocchiale, e il parroco sarebbe intenzionato a realizzare una nuova canonica, agevole e funzionale, magari al di sopra dell’attuale teatro in corso di restauro. Con il ricavato dalla vendita dell’immobile «vecchio» si potrebbe finanziare la nuova canonica e saldare in buona parte i debiti con i fornitori. Dall’assemblea è anche emersa la proposta di vendere la struttura parrocchiale del centro giovanile, realizzata 30 anni fa dal parroco Giuseppe Boaretto con l’intervento massiccio dei volontari. Con i tassi di interesse di oggi, giunti al più basso basso livello di questi ultimi quaranta anni, l’accensione di un mutuo bancario potrebbe essere una soluzione tampone per poter accontentare in parte i creditori. Venerdì 16, dopo aver riunito la commissione economica parrocchiale, don Alessandro incontrerà nuovamente le famiglie per fare il punto sulle decisioni da prendere per mettere in moto la macchina operativa. Va comunque detto che la parrocchia, con don Edoardo, è riuscita a pagare negli anni 1999 e 2000 circa un miliardo e mezzo. Frattanto, la commissione tecnica della Soprintendenza ai beni architettonici del Veneto dovrebbe essere mercoledì a Lazise per collaudare le opere eseguite. Se il collaudo andrà bene, potrebbe derivarne un consistente contributo per la parrocchia, ovvero una somma che potrebbe raggiungere il quaranta per cento della spesa. Domanda di contributo è stata presentata anche alla Regione, che sta ora facendo le sue verifiche. Infine, l’amministrazione comunale di Lazise ha deliberato di erogare per le parrocchie (sono tre: Lazise, Pacengo e Colà) un contributo di 155 milioni, in ossequio alla normativa per gli oneri di urbanizzazione dei privati, per il triennio 2001-2003.

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