venerdì, Aprile 26, 2024
HomeAttualitàAdelaide racconta gli scavi
Il professor Brogiolo venerdì illustrerà i risultati delle ricerche archeologiche iniziate cinque anni fa sulla Rocca. Foto aeree trattate al computer per scoprire antichi insediamenti

Adelaide racconta gli scavi

Che fine ha fatto il progetto Adelaide? La domanda è stata a lungo sulla bocca degli appassionati di storia locale: da più di un anno, di fatto, delle ricerche archeologiche iniziative cinque anni fa sulla Rocca e nei dintorni di Garda non c’erano più notizie. «Il progetto va avanti» aveva assicurato l’assessore al turismo Antonio Pasotti, ma di concreto pareva esserci poco. Ora ecco invece che il Comune rompe gli indugi e convoca per dopodomani, venerdì, alle ore 20.30, presso la sala consiliare del municipio, un incontro sul tema «Garda 2002: ricerche archeologiche». Saranno presenti il professor Gian Pietro Brogiolo, responsabile della campagna di indagini, e i suoi collaboratori. Il progetto di ricerca, che porta il nome dell’imperatrice imprigionata più di mille anni fa nel castello che sorgeva sulla Rocca, è nato da una convenzione fra i Comuni di Garda e Bardolino, l’amministrazione provinciale di Verona, l’Università di Padova e la Soprintendenza archeologica del Veneto. La direzione è affidata, oltre che a Brogiolo, a Luciano Salzani. Ed ha dato già interessanti risultati dal punto di vista scientifico, permettendo di ridisegnare la mappa degli insediamenti fortificati e di ridefinire le conoscenze sull’assetto politico del passato nella zona. Oggetto delle ricerche svoltesi fra Garda, Bardolino, Costermano e Cavaion sono state le memorie del periodo altomedievale, che vide il lago assumere un ruolo strategico di assoluto rilievo in Ita-lia settentrionale, tanto che Garda (o meglio, la sua potentissima Rocca) diede il proprio nome a tutto il lago, sostituendolo a quello latino di Benacus. «Lo scavo sulla Rocca di Garda – dice il professor Brogiolo – ha finora fornito risultati di tutto rilievo. Sono infatti stati individuati la chiesa con lacerti di mosaico in prossimità dell’abside, un’area cimiteriale, una zona adibita ad edifici pubblici e un vasto settore abitato con piani d’uso ben conservati. Il ritrovamento di tre monete del quinto secolo, tra cui spicca un tremisse aureo dell’imperatore Zenone, e di una fibula gota in oro e argento di forma circolare con teste d’aquila, consentono di fissare in questo periodo la fondazione del castello». Ma la ricerca non si è limitata alla Rocca. «Dopo una prima valutazione del deposito archeologico – aggiunge l’archeologo – sono seguiti lo studio del territorio tra età romana e medioevo, affiancato da indagini sistematiche sulle architetture in elevato dal settimo al tredicesimo secolo. I risultati delle ricerche sul territorio sono stati pure significativi, sia dal punto di vista metodologico, che per gli aspetti storici». La sperimentazione di raffinate tecniche di trattamento al computer delle foto aeree e le ricognizioni sul terreno, coordinate da Nicola Mancassola e Fabio Saggioro, hanno permesso di scoprire un gran numero di siti archeologici e di ricostruire i modelli insediativi tra età romana e medioevo. «Le possibili ricadute positive sulla promozione del turismo culturale – sottolinea l’assessore Pasotti – danno ulteriore valore alla ricerca».

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video