venerdì, Aprile 19, 2024
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Lo storico capitano parla della società di navigazione e "spara" su coloro che hanno perso le antiche radici lacustri

Bacchin: «Navigarda pronta a qualsiasi emergenza»

«Siamo pronti. Se l’intenzione dei vertici provinciali trentini è quella di non riaprire la Gardesana Occidentale fino a quando non sarà realizzato il paventato tunnel per Limone, la Navigarda è prontissima a sobbarcarsi il compito di garantire il collegamento, via lago, tra Riva e la sponda bresciana». Parola di capitano, parola di Francesco Bacchin, uno dei comandanti “storici” nella flotta gardesana della Navigarda. Un intervento mirato, il suo, alla difesa dell’azienda in cui è impiegato da circa un ventennio e che conosce alla perfezione. A tal punto da poter esprimere un giudizio attendibile sullo stato delle cose che riguarda la Navigarda e quindi anche in proiezione futura. «Abbiamo gli uomini ed i mezzi per fronteggiare questa particolare situazione – racconta il capitano – e la nostra flotta sta crescendo. Oltre a quelle già in dotazione stiamo acquistando altre navi che presto solcheranno le acque del Garda. Solo che non dipende unicamente da noi. Occorre che ognuno faccia la propria parte perché altrimenti succede come due anni fa quando per fronteggiare l’emergenza di quella tragica frana, che aveva isolato Limone dal Trentino, erano stati messi a disposizione traghetti e battelli che puntualmente viaggiavano vuoti. E questo perché c’erano i pullman che facevano il giro da Tremosine. Occorre maggiore serietà da parte di chi amministra e governa. Non si può, ad esempio, aspettare che venga giù la frana o peggio che ci scappi il morto per prendere provvedimenti. Sull’onda dell’emotività per il drammatico incidente del febbraio’99 era stato ipotizzato un intervento di messa in sicurezza della strada per Limone e per questo noi della Navigarda eravamo stati posti in preallarme. Ma poi nulla è stato fatto ed ora siamo di nuovo da punto e accapo». Nelle dichiarazioni di Francesco Bacchin c’è spazio anche per una punta d’orgoglio nostalgico: «Riva si è completamente dimenticata delle proprie origini che sono lacustri e non montanare come pensa qualche amministratore. Oggi si vergogna addirittura di possedere un porto e per questo lo ha camuffato con “lavatrici”, pensiline “ferroviarie” e fioriere che intralciano il passaggio. E pensare che è stata persino una delle prime e più note scuole navali del nord d’Italia».

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