L’esposizione presenta oltre 90 capolavori che testimoniano come la donna abbia rivestito un ruolo di primo piano, nella storia dell’arte italiana, dagli albori del Rinascimento alla Belle Époque.

“Donne nell’arte, da Tiziano a Boldini” da domani presso Palazzo Martinengo di Brescia

17/01/2020 in Attualità, Mostre
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Di Redazione

Per quat­tro mesi, le sale di  a Bres­cia, si popolano di dame ele­gan­ti, madri affet­tu­ose, eroine mito­logiche, sedu­cen­ti mod­elle e instan­ca­bili popolane.

Dal 18 gen­naio al 7 giug­no 2020, la stor­i­ca res­i­den­za nel cuore del­la cit­tà, ospi­ta la mostra DONNE NELL’ARTE. Da a Bol­di­ni, che doc­u­men­ta quan­to l’universo fem­minile abbia gio­ca­to un ruo­lo deter­mi­nante nel­la sto­ria dell’arte ital­iana, lun­go un peri­o­do di quat­tro sec­oli, dagli albori del Rinasci­men­to al Baroc­co, fino alla Belle Époque.

L’esposizione, cura­ta da Davide Dot­ti, orga­niz­za­ta dall’Associazione Ami­ci di Palaz­zo Mar­ti­nen­go, col patrocinio del­la Provin­cia di Bres­cia, del Comune di Bres­cia, Fon­dazione Provin­cia di Bres­cia Even­ti e MOICA – Movi­men­to Ital­iano Casal­inghe, in part­ner­ship con Fon­dazione Marce­gaglia onlus, pre­sen­ta oltre 90 cap­ola­vori di artisti quali Tiziano, Guer­ci­no, Pitoc­chet­to, Appi­ani, Hayez, Cor­cos, Zan­domeneghi e Bol­di­ni che, con le loro opere, han­no saputo rap­p­re­sentare la per­son­al­ità, la raf­fi­natez­za, il carat­tere, la sen­su­al­ità e le più sot­tili sfu­ma­ture del­l’em­is­fero fem­minile, ponen­do par­ti­co­lare atten­zione alla moda, alle acconcia­ture e agli acces­sori tipi­ci di ogni epoca e con­testo geografi­co.

Gra­zie alla col­lab­o­razione con la Fon­dazione Marce­gaglia Onlus, è pos­si­bile appro­fondire tramite apposi­ti pan­nel­li di sala alcune tem­atiche di grande attual­ità sociale e medi­at­i­ca quali le dis­par­ità tra uomi­ni e donne, il lavoro fem­minile, le vio­len­ze domes­tiche, l’e­mar­gin­azione sociale e le nuove povertà. Le opere d’arte diver­ran­no quin­di for­mi­da­bili veicoli per sen­si­bi­liz­zare il pub­bli­co — soprat­tut­to quel­lo più gio­vane — ver­so argo­men­ti di grande impor­tan­za socio-cul­tur­ale.

Il per­cor­so espos­i­ti­vo, sud­di­vi­so in otto sezioni tem­atiche — Sante ed eroine bib­liche; Mitolo­gia in rosa; Ritrat­ti di donne; Natu­ra mor­ta al fem­minile; Mater­nità; Lavoro; Vita quo­tid­i­ana; Nudo e sen­su­al­ità – doc­u­men­ta il rap­por­to tra l’arte e il mon­do fem­minile per evi­den­ziare quan­to la don­na sia da sem­pre il cen­tro dell’universo artis­ti­co.

“Dopo il suc­ces­so reg­is­tra­to quest’an­no con Gli ani­mali nel­l’Arte — affer­ma il cura­tore Davide Dot­ti — ho deciso di pros­eguire il per­cor­so di indagine su argo­men­ti di grande attual­ità sociale e medi­at­i­ca sceglien­do per il 2020 il tema così affasci­nante e coin­vol­gente del­la don­na che gli artisti, soprat­tut­to tra XVI e XIX sec­o­lo, han­no inda­ga­to da ogni prospet­ti­va icono­grafi­ca, eter­nan­do le “divine crea­ture” in cap­ola­vori che tut­t’og­gi seducono fatal­mente il nos­tro sguar­do. Per il vis­i­ta­tore è l’oc­ca­sione di com­piere un emozio­nante viag­gio ric­co di sor­p­rese, imprezios­i­to da dip­in­ti inedi­ti scop­er­ti di recente in pres­ti­giose collezioni pri­vate, opere mai esposte pri­ma d’o­ra, e incon­tri ravvi­c­i­nati con cele­bri donne del pas­sato, tra cui la bres­ciana Francesca (Fan­ny) Lechi, ritrat­ta nel 1803 dal grande Andrea Appi­ani in una stra­or­di­nar­ia tela che dopo oltre ven­ticinque anni dal­l’ul­ti­ma apparizione tor­na vis­i­bile al pub­bli­co”.

Tra i cap­ola­vori del­la mostra, si seg­nala la Mad­dale­na pen­i­tente, un olio su tela di , fir­ma­to per este­so, prove­niente da una collezione pri­va­ta tedesca, espos­to per la pri­ma vol­ta in Italia. A propos­i­to di questo dip­in­to, Peter Hum­frey, una delle mas­sime autorità a liv­el­lo inter­nazionale di e autore del cat­a­l­o­go ragion­a­to delle opere del mae­stro cadori­no, ha scrit­to che “si trat­ta di una vari­ante di alta qual­ità di una delle com­po­sizioni più avi­da­mente ricer­cate di Tiziano. Le altre redazioni auto­grafe sono state dip­inte non solo per i suoi più impor­tan­ti com­mit­ten­ti – come il re Fil­ip­po II di Spagna – ma anche per altri illus­tri per­son­ag­gi del suo tem­po, quali Antoine Per­renot de Granvelle – con­sigliere del­l’im­per­a­tore Car­lo V d’As­bur­go nonché viceré del reg­no di Napoli – e il potente car­di­nale Alessan­dro Far­nese. Le vig­orose pen­nel­late frante e il den­so impas­to cro­mati­co, sug­geriscono una datazione al 1558–1563 cir­ca, in prossim­ità del­la real­iz­zazione del­la ver­sione del­la Mad­dale­na pen­i­tente dip­in­ta per Fil­ip­po II nel 1561.

A ques­ta, si aggiunge Cop­pia di aman­ti in pie­di, un dis­eg­no di Gus­tav Klimt (1862–1918), prin­ci­pale espo­nente dell’avanguardia vien­nese, che antic­i­pa le soluzioni stilis­tiche de Il bacio e de L’Abbraccio del Fre­gio Sto­clet, due tra i cap­ola­vori più conosciu­ti del mae­stro aus­tri­a­co.

“Il nuo­vo appun­ta­men­to espos­i­ti­vo, orga­niz­za­to dall’Associazione Ami­ci di Palaz­zo Mar­ti­nen­go – affer­ma il Pres­i­dente Rober­ta Belli­no – è ded­i­ca­to all’universo fem­minile, da sem­pre sogget­to tra i più amati e fre­quen­tati del­la sto­ria dell’arte. Un tema di grande sug­ges­tione che ha una ricadu­ta sul­la con­tem­po­raneità. In col­lab­o­razione con la Fon­dazione Marce­gaglia Onlus, infat­ti, si appro­fondis­cono alcu­ni argo­men­ti di grande attual­ità sociale quali la dif­feren­za di genere, le donne e il lavoro, la mater­nità, i fem­mini­ci­di e le nuove povertà”.

Donne nell’Arte — con­clude Rober­ta Belli­no — è il ses­to even­to che si tiene all’interno del­la stor­i­ca res­i­den­za bres­ciana che, anche gra­zie alle mostre pro­poste dagli Ami­ci di e al sosteg­no del­la Provin­cia di Bres­cia, è diven­ta­ta uno dei car­di­ni del­la pro­pos­ta cul­tur­ale del­la cit­tà, reg­is­tran­do con le sue mostre oltre 250.000 vis­i­ta­tori”.

“La parte­ci­pazione come part­ner alla mostra Donne nell’Arte – dichiara Car­oli­na Toso Marce­gaglia, Pres­i­dente di Fon­dazione Marce­gaglia Onlus – ci è sem­bra­ta da subito un’occasione spe­ciale per sen­si­bi­liz­zare, attra­ver­so lo stra­or­di­nario stru­men­to dell’arte, su alcu­ni temi che come Fon­dazione ci stan­no molto a cuore: le dis­par­ità sociali, il lavoro fem­minile, la vio­len­za di genere. Gra­zie ad alcune tes­ti­mo­ni­anze di donne di varie lat­i­tu­di­ni del mon­do, abbi­amo scel­to di far riflet­tere, soprat­tut­to le nuove gen­er­azioni, sulle dif­fi­coltà che le donne incon­tra­no quo­tid­i­ana­mente e su quan­to sia fon­da­men­tale e urgente val­oriz­zare il loro ruo­lo nel­la soci­età di oggi”.

Traen­do ispi­razione da testi sac­ri e lib­ri agiografi­ci, gli artisti han­no licen­zi­a­to tele ogget­to di sec­o­lare devozione che raf­fig­u­ra­no le più famose sante del­la cris­tian­ità insieme al pro­prio attrib­u­to icono­grafi­co: Mad­dale­na col vaset­to di unguen­ti; Cate­ri­na con la ruo­ta den­ta­ta; Bar­bara con la torre; Margheri­ta con il dra­go; Cecil­ia con gli stru­men­ti musi­cali. Sen­za dimen­ti­care le eroine bib­liche quali Giu­dit­ta, Salomè, Dalila, Susan­na e Betsabea, le cui tor­men­tate vicende per­son­ali sono nar­rate nel­l’An­ti­co Tes­ta­men­to.

Anche la let­ter­atu­ra clas­si­ca e la mitolo­gia han­no for­ni­to agli artisti infini­ti spun­ti di rif­les­sione, come nel caso delle sto­rie che riguardano divinità (Diana, Venere, Min­er­va, Giunone), cele­bri fig­ure mito­logiche (Leda, Europa, Onfale, Circe, Dafne) e illus­tri donne del mon­do anti­co che, con cor­ag­gio e dram­mat­i­ca deter­mi­nazione, han­no prefer­i­to la morte al dis­onore. Si pen­si, a tal propos­i­to, alla regi­na d’E­git­to Cleopa­tra, che decise di toglier­si la vita, dopo il sui­cidio del­l’am­a­to Anto­nio, per non con­seg­nar­si viva nelle mani del­l’ac­er­ri­mo nemi­co Otta­viano e subire la pub­bli­ca umil­i­azione; a Lucrezia, che si trafisse il pet­to con il pug­nale dopo essere sta­ta avvili­ta e vio­len­ta­ta da Ses­to Tar­quino; e a Sofon­is­ba, che bevve il veleno invi­atogli dal mar­i­to Messinis­sa per non vivere un’e­sisten­za mor­ti­fi­ca­ta come schi­a­va dei romani.

Soprat­tut­to nel­l’am­bito del­la pit­tura del­l’Ot­to­cen­to, vera pro­tag­o­nista del­la rasseg­na, la don­na è sta­ta col­ta nel­la sua dimen­sione quo­tid­i­ana, alle prese con le fac­cende del­la vita domes­ti­ca e del lavoro; nei pan­ni di madre affet­tu­osa che accud­isce con amore i pro­pri figli; ma anche in atteggia­men­ti mal­iziosi e in situ­azioni intime per esaltarne la car­i­ca sen­suale, come tes­ti­mo­ni­ano gli stra­or­di­nari cap­ola­vori di Gio­van­ni Bol­di­ni, il più grande artista ital­iano del­la Belle Époque.

La Fon­dazione Marce­gaglia Onlus, la cui mis­sione è sostenere le donne, motore del­la cresci­ta e del­lo svilup­po del­l’in­tera comu­nità, attra­ver­so prog­et­ti di sol­i­da­ri­età e coop­er­azione, offre alle scuole, 350 per­cor­si tem­ati­ci di visi­ta alla mostra, con l’o­bi­et­ti­vo di avvic­inare sem­pre più i gio­vani al fan­tas­ti­co mon­do del­l’arte e, al con­tem­po, sen­si­bi­liz­zarli rispet­to a tem­atiche di gran­dis­si­ma impor­tan­za sociale legate all’em­is­fero fem­minile.

L’Associazione Ami­ci di devolverà l’1% del rica­va­to da bigli­et­te­ria a Fon­dazione AIRC per la ricer­ca sul can­cro con l’obiettivo di sostenere la migliore ricer­ca per la pre­ven­zione, la diag­nosi e la cura dei tumori fem­minili.

L’esposizione è il ses­to appun­ta­men­to espos­i­ti­vo dell’Associazione Ami­ci di che fa segui­to ai suc­ces­si di pub­bli­co e di crit­i­ca ottenu­ti con le rasseg­ne Il Cibo nel­l’Arte dal Sei­cen­to a Warhol (2015), Lo Splen­dore di Venezia. Canalet­to, Bel­lot­to, Guar­di e i vedutisti del­l’Ot­to­cen­to (2016), Da Hayez a Bol­di­ni. Ani­me e volti del­la pit­tura ital­iana del­l’Ot­to­cen­to (2017) e Picas­so, De Chiri­co, Moran­di. Cen­to cap­ola­vori dalle collezioni pri­vate bres­ciane (2018), Gli ani­mali nell’arte dal Rinasci­men­to a Ceruti (2019), vis­i­tate da oltre 250.000 per­sone.

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