«L’ospedale non deve chiudere» Uno striscione in curva allo stadio

Il nosocomio di Malcesine si occupa di riabilitazione e ortopedia

12/02/2003 in Attualità
Di Luca Delpozzo
se.za.

Domeni­ca, allo sta­dio Rig­a­mon­ti di Bres­cia, in occa­sione del­la gara tra il Chie­vo e gli uomi­ni di Car­let­to Maz­zone, i ragazzi del­la Cur­va Nord e l’As­so­ci­azione inter­re­gionale dis­abili motori han­no allesti­to un gaze­bo per rac­cogliere le firme con­tro la chiusura del­l’ospedale di Mal­ce­sine, sit­u­a­to sul­la spon­da veronese del lago di Gar­da. «È l’u­ni­co del Nord Italia che effet­tua inter­ven­ti alta­mente spe­cial­is­ti­ci di natu­ra ortopedico/riabilitativa — sot­to­lin­ea­va il ciclos­ti­la­to dif­fu­so tra i tifosi -. Lo si vuole trasfor­mare in un non meglio pre­cisato luo­go di sva­go e diver­ti­men­to. In tal caso migli­a­ia di dis­abili si tro­vereb­bero in gravis­sime dif­fi­coltà». Cre­ato nel 1949 come pre­sidio di cura per la poliomielite, l’ospedale di Mal­ce­sine dispone attual­mente di un’ot­tan­ti­na di posti per la riabil­i­tazione e una set­tan­ti­na per l’or­to­pe­dia. I medici sono 16 e gli oper­a­tori 152. Ma la Regione Vene­to, nel­l’am­bito del­la rior­ga­niz­zazione del­la san­ità, è inten­zion­a­ta a chi­ud­ere, nonos­tante gli utili prodot­ti (due mil­ioni di euro nel­l’ul­ti­mo anno), l’al­ta spe­cial­iz­zazione e il servizio di pron­to soc­cor­so reso a un’area com­ple­ta­mente sguar­ni­ta. In seg­no di protes­ta, nel mese di dicem­bre è sta­ta bloc­ca­ta la Garde­sana ori­en­tale. «Non chiedi­amo la luna nè assis­ten­zial­is­mo a fon­do per­du­to — han­no ripetu­ta­mente affer­ma­to Rober­to Bassi & Adri­ano Pif­fer, pres­i­dente e vice del­l’As­so­ci­azione inter­re­gionale dis­abili motori -, ma aiu­to a un prog­et­to pre­ciso e fat­tibile, attra­ver­so un finanzi­a­men­to mis­to pub­bli­co e pri­va­to». Saba­to 15 feb­braio, alle ore 10, nel­la sala con­sil­iare di Mal­ce­sine, si svol­gerà un’assem­blea pub­bli­ca, con­vo­ca­ta dal sin­da­co Giuseppe Lom­bar­di, dal­l’U­gav (l’U­nione degli alber­ga­tori, pre­siedu­ta da Giuseppe Loren­zi­ni), dalle cat­e­gorie eco­nomiche, dalle orga­niz­zazioni sin­da­cali, ecc. Lo scopo: com­pren­dere le moti­vazioni che sot­tin­ten­dono la deci­sione di chi­ud­ere per il giug­no 2004. A tale propos­i­to sono sta­ti invi­tati il numero 1 del­la Giun­ta del Vene­to Gian­car­lo Galan, il sot­toseg­re­tario Aldo Branch­er, che risiede a Bar­dolino, gli asses­sori alla san­ità Fabio Gava e alla Mas­si­mo Gior­get­ti, il sen­a­tore Umber­to Chin­car­i­ni, il dep­u­ta­to Ettore Peretti, l’asses­sore provin­ciale al tur­is­mo Davide Bendinel­li (tra l’al­tro sin­da­co di Gar­da) e tan­ti altri. «Non siamo dis­posti a subire — insistono i dis­abili -. La strut­tura va dife­sa in toto, e per fare questo siamo dis­posti a bloc­care nuo­va­mente la stra­da Garde­sana. Ques­ta vol­ta però non in un peri­o­do di scar­so traf­fi­co, ma in aprile, nel­la set­ti­mana di Pasqua, quan­do il lago sarà pre­so d’as­salto dai tur­isti tedeschi».

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