venerdì, Aprile 26, 2024
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Le motivazioni dello stop da parte di Icomos: l’organismo Unesco ha chiesto documenti supplementari, esprimendo però giudizi positivi sulle proposte.
Soddisfatto l’assessore Arcai: non si tratta di una bocciatura secca, progetto solo rimandato

Langobardorum, c’è speranza

Arrivano le motivazioni del «rinvio a settembre» della Rete «Italia Langobardorum». Icomos (International council on momunments and sites), l’organismo consultivo di Unesco che dà parere tecnico sulle nomination, chiede una documentazione supplementare e dà tempo sei mesi (entro gennaio 2010) per produrla. Intanto, esprime giudizi lusinghieri sui monumenti proposti dalla Rete stessa. Non si tratta di una bocciatura definitiva, dunque, e l’iter prosegue. «È quanto risponde alla realtà dei fatti», commenta l’assessore comunale alla Cultura Andrea Arcai, che domani mattina ne riferirà in Giunta.E tanto per togliersi un sassolino dalla scarpa con l’ex sindaco Corsini, che venerdì aveva espresso un giudizio tranchant sul suo operato, «lunedì pomeriggio gli farò avere copia delle motivazioni Icomos – promette l’assessore -, così almeno avrà materiale su cui parlare con cognizione di causa, cosa fondamentale per ogni buon politico».Al di là delle polemiche, martedì scorso le sette città della Rete si sono riunite al Ministero per i Beni e le attività culturali. Per Brescia era presente Arcai, e con lui i rappresentanti di Cividale del Friuli (capofila), Castelseprio (Varese), Spoleto, Campello sul Clitunno (Perugia), Benevento e Monte Stant’Angelo (Foggia). Tutti quelli, insomma, che fanno il sito seriale «Italia Langobardorum. Centri di potere e di culto (568-774 d.C.)», candidato all’iscrizione nella Lista del patrimonio mondiale Unesco e per il momento bloccato.Durante la riunione è stato anche analizzato il rapporto Icomos. Ne è venuto che «per Italia Langobadorum – si legge in un comunicato diramato alla fine – è stata richiesta documentazione supplementare».Le città della Rete s’impegnano a produrre la documentazione necessaria entro i prossimi mesi.Nel corso dell’incontro si è sottolineato che «quest’anno l’Icomos ha adottato un atteggiamento restrittivo nella valutazione tecnica delle candidature». Secondo gli esponenti della Rete, il braccio operativo di Unesco avrebbe ritenuto i monumenti «di alta qualità architettonica e decorativa», nonché «rispondenti ai requisiti di conservativi e di autenticità richiesti». E tali da costituire «una testimonianza esemplare della sintesi culturale del periodo compreso tra il VI e l’VIII secolo d.C., momento nodale del passaggio tra mondo classico e mondo cristiano».Si tratta di monumenti – continua il comunicato – che rappresentano «la quintessenza delle sopravvivenze del patrimonio dell’Italia longobarda, e il loro grande rilievo artistico e culturale è unanimemente riconosciuto in ambito scientifico internazionale». La scommessa continua.

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