martedì, Aprile 23, 2024
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La Comunità del Garda si fa capofila di un progetto per la gestione del trasporto pubblico. Il lago serve a coprire il deficit di quelli di Como e Maggiore

Navigazione, unica società

Il presidente della Comunità del Garda, Aventino Frau, ha fatto il punto con i rappresentanti delle amministrazioni locali, sulla strategia messa in atto per ottenere una navigazione pubblica interregionale del Lago di Garda. Gli è stata conferita definitivamente la delega da tutti i sindaci del Garda, di tutte e tre le sponde lacuali, di passare all’azione nei confronti di Governo, Regioni e Province, per costituire una società unitaria che gestisca il trasporto su acqua sull’intero territorio gardesano. Fino ad ora se ne era sempre parlato e discusso, ma da questo momento gli enti locali hanno deciso di passare dalle parole ai fatti, con capofila la Comunità del Garda, unico organismo ad oggi, a rappresentare unitariamente il Garda. Infatti hanno aderito all’iniziativa anche tutti i Comuni che erano usciti o non fanno parte della Comunità. «Un risultato importante, che sottolinea la forte volontà politica di tutti i paesi, di muoversi con coesione per un obiettivo unico e condiviso», spiega il sindaco di Torri e vicepresidente della Comunità, Giorgio Passionelli, all’imbarco del traghetto Maderno-Torri, che in mezz’ora lo ha riportato a piedi dall’altra parte del lago. Basta solo questo a spiegare quale ruolo nella mobilità di milioni di turisti e gardesani, potrebbe assumere un trasporto moderno ed ecocompatibile su acqua per il Lago di Garda. La messa a punto del percorso tracciato da Frau, non è dei più semplici, ma la determinazione duranter l’incontro non è certo mancata: «Dobbiamo avviare al più presto il processo», ha spiegato il presidente Frau. «Per prima cosa si vede chiedere l’autonomia gestionale del Garda, svincolandolo dalla Gestione dei Tre Laghi, che vede coinvolti anche quello di Como e il lago Maggiore, nella quale sostanzialmente il Garda serve a coprire i deficit degli altri due laghi. Bisogna poi formalizzare l’iniziativa anche con le Province, considerato che se quella bresciana partecipa attivamente, quella di Verona sembra latitante. Terzo svolgere un’azione politica forte sulle Regioni, che sono i veri enti istituzionali di riferimento, poichè sono esse che hanno la competenza in materia. Chiediamo innanzitutto la regionalizzazione della navigazione sul Garda e diciamo un no deciso all’idea che sembra aver avanzato la Regione Lombardia, di passare la gestione dei laghi lombardi e quindi anche del Garda, alle Ferrovie Nord di Milano: se così fosse, sarebbe come affondare definitivamente il trasporto pubblico sul lago».«È inconcepibile che la Navigarda», ha proseguito Frau, «discuta con i sindacati delle ipotesi avanzate dalla Lombardia e non con i sindaci che sono i rappresentanti di tutti i cittadini. Questo travalica un principio fondamentale: le amministrazioni comunali non possono essere ignorate». A quanto pare, dunque, le istituzioni devono muoversi più che in fretta perchè c’è il rischio effettivo di perdere l’ultimo treno: per questo la Provincia di Brescia si è già mossa ed ha siglato un accordo con la Comunità del Garda per finanziare la realizzazione di un progetto di fattibilità, volto a creare un trasporto regionalizzato con un unico gestore. In pratica si tratta di creare una Società mista, con soci la Comunità, i Comuni, le Regioni, le Province e gli investitori privati che intendano partecipare all’operazione. Nulla di strano, se si pensa che il trasporto pubblico è normale attività in tutte le provincie o città; l’anomalia è nel caso del lago, dove il trasporto è gestito dal Governo nazionale.«A questo punto», ha precisato Frau, «bisogna tenere distinte due fasi: primo studiare il problema con un progetto di fattibilità; secondo mettere insieme le tre Regioni per la questione della gestione. Perchè quindi puntare ad una società? Perchè le due Regioni principali, Veneto e Lombardia, hanno due leggi diverse e mentre la prima parla di società di capitali, la seconda parla di Consorzi, però ambedue prevedono l’istituzione di società di gestione». Peraltro in Lombardia, da tre anni, i Comuni rivieraschi hanno già avviato delle gestioni consortili, una per i demani del Garda e l’altra per la navigazione pubblica sul lago di Iseo, grazie al recepimento del trasferimento delle competenze, anche in materia di navigazione interna, dallo Stato alle Regioni, che la Lombardia ha effettuato. Trasferimento non ancora effettivo, invece nel Veneto e nel Trentino, fino a quando non sarà risanato il debito della gestione della Navigazione dei Tre Laghi. In parole povere il Veneto dice: noi accettiamo la gestione solo se lo Stato ci consegna un ente risanato economicamente. Da qui anche l’ipotesi della Lombardia di passare il trasporto dei suoi laghi all’Ente Ferrovie Nord, notizia che ha fatto sobbalzare sulla sedia tutti i sindaci lacustri, inclusi quelli lombardi.Il presidente della Comunità ha concluso l’incontro a Gardone sottolineando come si sia già mosso qualcosa anche a livello governativo: «Ho avuto colloqui con i ministri di riferimento, anche con Pecoraro Scanio, per ottenere un finanziamento finalizzato al riconoscimento di unità ambientale del Garda, fattore predeterminante per ottenere poi anche il riconoscimento economico-amministrativo. Raggiungere l’obiettivo è una sfida difficile, ma adesso o mai più e, se ci riusciamo, i risultati saranno così importanti per la realtà sociale ed economica del territorio, che non ci sono dubbi sull’azione da intraprendere».

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