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Oggi, a Arco, chiude «Pagine del Garda»

Si conclude oggi, domenica 20 novembre, la 24ª rassegna dell’editoria gardesana «Pagine del Garda»: la mostra del libro nel salone delle feste del Casinò municipale è aperta dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.30, mentre nella vicina sala consiliare alle 16 si presenta il libro di Paolo Boccafoglio «Terra di confine. Edith von Salburg: dal Kurort di Arco alla Dresda nazionalsocialista» (ed. Il Sommolago). Presentazione a cura dell’autore, di Mauro Grazioli e Paola Maria Filippi. Infine, alle 20.30 all’oratorio San Gabriele si proietta il nuovissimo docufilm di Francesco Fei «Segantini, ritorno alla natura», vincitore del Premio del pubblico nella sezione Arte al Biografilm Festival di Bologna lo scorso giugno. Con Filippo Timi; durata un’ora e 16 minuti; ingresso libero (fino a esaurimento dei posti); sarà presente il regista Francesco Fei.

edith-von-salburg-nella-sua-casa-di-arco-01Terra di confine. Edith von Salburg: dal Kurort di Arco alla Dresda nazionalsocialista

a cura di Paolo Boccafoglio

Quando la contessa Edith von Salburg (1868-1942) giunge ad Arco nella primavera del 1898 per soggiornarvi fino al maggio del 1914 insieme al marito, il barone Franz Krieg von Hochfelden, aveva già raggiunto una certa notorietà come scrittrice. Dopo aver esordito giovanissima ed aver mietuto fin dal 1888 ripetuti successi con drammi e tragedie di soggetto storico nei teatri di Graz, Linz, Baden, era salita a fama nazionale per alcuni romanzi fortemente polemici nei confronti dell’aristocrazia e degli ambienti di corte. Oltre a numerose altre opere, frutto diretto della permanenza ad Arco furono i romanzi Deutsche Frauen in Welschland (Donne tedesche in terra italiana) del 1909 e Das Haus an der Grenze. Ein Roman aus Südtirol (La casa in terra di confine. Un romanzo dal Sudtirolo) del 1915 e il secondo dei tre volumi della sua autobiografia Erinnerungen einer Respektlosen (Ricordi di una irrispettosa) del 1927-8.

L’arretratezza dell’economia trentina con una nobiltà di provincia chiusa in difesa dei suoi privilegi ed un ceto contadino sottomesso e senza prospettive, l’immobilismo di una società in cui il gruppo familiare condiziona pesantemente i rapporti personali con la donna condannata alla sottomissione, la funzione conservatrice svolta dalla Chiesa attraverso un soffocante controllo delle coscienze, sono questi i temi che percorrono le pagine del primo romanzo che, ambientato in una cittadina in cui possiamo riconoscere Arco, mette in scena il matrimonio, destinato ad entrare in crisi, tra un ricco possidente, l’italiano Andrea Tornadini, e la tedesca Marianne Höriger.

Le difficoltà insite nel rapporto tra coniugi di diversa nazionalità, cultura e mentalità, si conferma ancora più drammaticamente nel secondo romanzo, visto che allo scoppio della guerra la famiglia “mista” Mir si divide tra chi parteggia per gli italiani e chi per gli austriaci.

La Salburg che, pur presentando elementi progressivi quali una spiccata coscienza sociale, una concezione moderna del ruolo della donna, una visione religiosa non bigotta, fin da giovane aveva maturato una posizione vicina a quel movimento deutsch-völkisch in cui pangermanesimo e antisemitismo erano le componenti caratterizzanti, in questi due romanzi finisce con lo sciorinare tutti i pregiudizi e i cliché nazionalistici più vieti nei confronti degli italiani.

In seguito le esperienze vissute durante e dopo la guerra (declassamento, impoverimento accelerarono e radicalizzarono le sue scelte politiche portandola ad un’aperta adesione al nazionalsocialismo. Domenica 20 novembre alle ore 16.00, nell’ambito della XXIV Mostra del libro “Pagine del Garda”, presso la Sala consiliare del Casinò di Arco, ne parleranno Paola Maria Filippi, Mauro Grazioli e Paolo Boccafoglio, autore del contributo sulla scrittrice pubblicato dalla rivista “Il Sommolago”.

segantini-ritorno-alla-natura_3Segantini, ritorno alla luce

docufilm, regia di Grancesco Fei

In attesa dell’uscita nelle sale con Nexo Digital il 17 e 18 gennaio 2017, approda ad Arco il film-documentario «Segantini, ritorno alla natura». Vincitore del Premio del pubblico nella sezione Arte al Biografilm Festival di Bologna lo scorso giugno, il film sulla storia del pittore nato nella cittadina del Basso Sarca nel 1858 è interpretato da Filippo Timi e diretto da Francesco Fei, con Gioconda Segantini, Annie-Paule Quinsac, Franco Marrocco, Romano Turrini. Prodotto da Apnea Film, «Segantini, ritorno alla natura» è stato scritto a sei mani da Roberta Bonazza, Francesco Fei e Federica Masin. Preziose per lo sviluppo del progetto la collaborazione con Sky Arte HD, la co-produzione della Provincia autonoma di Trento, del Comune di Arco e il supporto della Fondazione Lombardia Film Commission. La vita del pittore Giovanni Segantini, interpretato da Filippo Timi, è ricostruita nei luoghi che le fecero da sfondo e ispirazione, indagando sul senso che il luogo d’origine dell’artista ebbe in tutte le sue successive vicende artistiche e di vita. Segantini ritorno alla natura narra la storia singolare e straordinaria di Giovanni Segantini, ponendo l’accento sul suo modo di sentire la natura come fonte d’ispirazione artistica e spirituale.

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