venerdì, Aprile 26, 2024
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Il presepe ricorda oggetti e mestieri antichi e Gesù nasce anche su una vela latina

Parte con un tuffo nel passato la mostra allestita sul lungolago

Parte con un «Tuffo nel passato» la Mostra dei presepi allestita alla Barchessa Rambaldi. Sul lungolago Cipriani l’annuncio della Natività arriva con vecchi oggetti ormai dismessi e relegati in soffitta: il macinino del caffè a mano, il ferro da stiro a carbonella, il paiolo di rame appeso alla catena sul fogolare, le vecchie reti per la pesca. Tutti oggetti di inventiva per vivacizzare un presepe, antiporta della ormai classica e attesa Mostra dei presepi di Bardolino, manifestazione arrivata all’edizione numero 17. Una rassegna caratterizzata dagli «angeli festanti», dipinti e raccolti sul lungo telo, che dal soffitto calano su Betlemme annunciando la nascita del Messia. Quindi la rappresentazione del porto di Bardolino con le barche e il giardino dell’hotel Riviera entrambi dell’artista Piero Zorzi; la dolcezza della maternità dello scultore Gianni Martinazzo; la Natività fuori le mura di Giovanni Previdi per arrivare a quella dipinta su una vela latina, – immagine riprodotta negli Usa su un Magazine di grande tiratura – che fa da sfondo a Garda e i suoi palazzi, ambientazione di Sandro Pasotti. A seguire le figure presepiali raffinate in costume sardo e quelle della cultura italiana del ’700/’800 provenienti da diverse regioni. Ai lati della fuga in Egitto, vista attraverso un portale di un ricco palazzo (autori Sposato, Carminati e Lonardelli) due pregevoli sculture in legno: quella di Alessandro Mancini di Calmasino in olivo con castelli, mura e Natività, l’altra di Joe Loro ricavata da un tronco di pioppo colpito da un fulmine. Di notevole effetto l’angolo con raggruppati le figure in porcellana dell’estremo Oriente con Natività su di un sampan (Dino Peretti), il presepe dell’anno del volontariato delle nonne di Bardolino, una Natività ambientata in clima polare con iglò, foche e pinguini (Sposato – Carminati) e quella rappresentata in un giardino di villa veneta con affreschi orientaleggianti e statuine fatte a mano da Elena Marinato e Lisi Lonardelli. Di richiamo anche il lavoro ricavato nel sughero da Mirko Franceschetti: uno scorcio della Caserta vecchia e le statuine in terracotta. Così quello in corallo lavorato a Torre del Greco e la scala elicoidale che porta alla Natività del gardesano Augusto Accoloni. Suggestiva la serie di rappresentazioni su tela: da quella fatta con la macchina da cucire di Giulia da Povegliano a quella del pittore Gianni Martinazzo, da quella del veronese Benedetti all’altra a punto intaglio di Mirka Faraoni, per arrivare ad acquerello di Maria Stella Magalini e della coordinatrice della mostra Lisi Sala Lonardelli. Nel soppalco la pregevole collezione di Maurizio Faraoni, le raffigurazioni e composizioni dei bambini delle scuole di Cisano, Bardolino e Calmasino e degli alunni delle scuole elementari per concludere con il «dolce» presepe di Giuseppe Chiamenti, con sullo sfondo le bianche case illuminate da luce celeste di Paolo Morri. All’entrata il presepe girevole con Annunciazione, nascita e arrivo dei re Magi di Riccardo Vischioni.

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